La Costituzione dei cittadini

La rielezione di Mattarella ha provocato fratture nei e fra i partiti e mantenendo lo status quo ha reso evidente l’immobilismo della classe politica dovuta alla sua insipienza. I commentatori politici si sono sperticati in analisi e considerazioni, ma senza voler aggiungere nulla a questi è da rilevare come una Costituzione nata dalla paura del fascismo sia stata nei fatti forzata per mantenere al potere una classe dirigente incapace.

Non diremo nulla di nuovo affermando che la Costituzione italiana abbia creato una struttura statale che non favorisce il decisionismo, perché memori della lezione del fascismo, si voleva evitare che qualcuno potesse forzare le istituzioni statali per accentrare su di sé più potere possibile. Finora questo scopo è stato raggiunto, con tutti i difetti del caso, ma negli ultimi anni si stanno verificando sempre più spesso forzature che per quanto forse non infrangono la lettera della Carta, sicuramente ne infrangono lo spirito. Non a caso da qualche tempo si sente parlare di costituzione materiale in opposizione a costituzione formale.

Sicuramente è auspicabile un superamento dell’attuale Costituzione, ma ciò deve avvenire riscrivendola e non facendo finta che non esista. Il Presidente della Repubblica è passato da un ruolo quasi notarile, per quanto la stessa costituzione gli attribuisce importanti poteri, a un ruolo molto attivo nella formazione del governo e di fatto entrando nell’agone politico. Non è più una figura super partes, ma uno degli attori e forse il principale dell’attuale sistema politico. Qualcuno potrebbe dire che il predominio di uno è causato dalla debolezza altrui e non dalla volontà di assumere un ruolo più importante. Può essere vero, ma è evidente che la debolezza delle istituzioni non è tanto dovuta ad una Costituzione piò o meno fatta bene, rimaniamo dell’avviso che andrebbe riformata in senso più liberale, ma dal fatto che le istituzioni si reggono sulle spalle degli uomini e sono gli uomini che le rendono vive e vitali. Nel Regno Unito non esiste una costituzione scritta e il rispetto delle regole si regge su prassi e tradizioni che sono percepite come importanti dalla maggior parte dei cittadini. Si potrebbe dire che la costituzione inglese è scritta nei cuori dei suoi cittadini.

Le continue forzature a cui è stata recentemente posta la Costituzione italiana, con la crescita del potere del Presidente della Repubblica, ne sancisce l’abisso che la separa dai cittadini italiani e il fatto evidente che le istituzioni si reggono sulle spalle dei cittadini e non su leggi e regolamenti scritti: non è sufficiente progettare un’architettura costituzionale ottima sulla carta per evitare pericolose derive autoritarie, ma sono i cittadini che a quelle istituzioni si affidano e credono a renderle vitali. Bisognerebbe costruire delle istituzioni che siano in qualche modo connaturate al popolo che dovrebbero rappresentare. Il sistema inglese si è formato nei secoli in una sorta di processo evoluzionistico adattandosi alle esigenze storiche senza essere un qualcosa calato dall’alto.

La Costituzione italiana, per quanto la si possa vantare, non è sicuramente la più bella del mondo, con la sua impostazione poco liberale e va sicuramente riscritta, ma sarebbe auspicabile che lo si facesse tenendo conto del sentire dei cittadini in modo tale che le istituzioni siano vive nei cuori dei cittadini e non un qualcosa di lunare calato dall’alto.

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