PALAZZO CIVICO

Lo Russo, stai in Campana

Finisce all'Anticorruzione la nomina del capo di gabinetto del sindaco di Torino. Il capogruppo M5s Russi: "Dubbi sui suoi requisiti". La designazione è avvenuta tramite una gara pubblica - DOCUMENTO

Dubbi sulla nomina di Valentina Campana a capo di gabinetto del sindaco di Torino Stefano Lo Russo. A sollevarli è il capogruppo del Movimento 5 stelle Andrea Russi con un’interrogazione dettagliata inoltrata al segretario generale di Palazzo Civico Rosa Iovinella e all’Autorità Anticorruzione. È la seconda interrogazione sull'argomento dell’esponente pentastellato che ora pretende un chiarimento da un ente terzo. Valentina Campana, che è stata anche la coordinatrice della campagna elettorale di Lo Russo, non avrebbe maturato “almeno un quinquennio di esperienza in ruoli dirigenziali” né al momento della candidatura, “né quando la commissione si è riunita per valutare il CV”.

Come si legge nella premessa dell’interrogazione di Russi, secondo il regolamento comunale potevano partecipare al bando per l’incarico di capo di gabinetto solo i candidati “che hanno svolto attività in organismi ed Enti pubblici o privati o aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali o che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e/o scientifica desumibile dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete e qualificate esperienze di lavoro, o provenienti dai settori della ricerca, della docenza universitaria, delle magistrature e dei ruoli degli Avvocati e Procuratori dello Stato”. La dottoressa Campana ha qualcuno di questi requisiti? Russi ha dei dubbi. Di certo non le è mai stata assegnata una posizione organizzativa, altro requisito previsto dall’avviso pubblico.

Prima di vincere il concorso da capo di gabinetto, Campana era la direttrice di Urban Lab, con incarico formalizzato il 30 gennaio 2017 dall’allora vicesindaco Guido Montanari, dunque quando alla fine del 2021 ha risposto al bando di Palazzo Civico non aveva ancora maturato i fatidici cinque anni. Non solo, restano dei dubbi anche sulla natura dell’incarico di direttrice: è assimilabile a uno da dirigente? Sul sito internet di Urban Lab si legge che “all’interno dell’organico (…) non sono presenti dirigenti”.

Evidentemente la commissione – formata da Gianfranco Presutti, Monica Sciajno e Carla Gatti – ha ritenuto che la Campana potesse soddisfare i requisiti attraverso la sua esperienza universitaria, postuniversitaria e professionale. Dal curriculum risulta una laurea in Architettura e poi una serie di impieghi tra la fondazione Atrium, Torino Internazionale e Urban Center, poi trasformato in Urban Lab di cui diventa direttrice nel 2017 (incarico confermato dall’allora vicesindaco Montanari nel 2019, secondo una procedura su cui è tutt'ora in corso un procedimento giudiziario). Un’esperienza lavorativa sufficiente? Secondo la commissione che ha giudicato le candidature sì. Maliziosamente Russi fa notare che “la dotazione organica di Urban Lab (sei persone, inclusi direttore e addetto alle pulizie) non rende l'associazione propriamente una struttura complessa”.  

Nell’interrogazione, inoltre, Russi chiede lumi sull’operato della commissione stessa: “Tra i curricula dei candidati esclusi – si legge – ve ne sono alcuni che paiono adeguati per ricoprire l’incarico (...). Tra questi, per esempio, vi sono alcuni candidati che hanno ricoperto ruoli dirigenziali, anche nel ruolo di dirigente di Gabinetto”. È il caso di Elena Tagliabue, uno dei cinque esclusi, che – a leggere il suo profilo Linkedin – ricoprì tale incarico al Comune di Milano tra il 2000 e il 2003.

Qui il testo dell'interrogazione di Russi

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