GRANDI MANOVRE

Fronda in Camera di Commercio, troppi galli per spennare Gallina

A due anni dalla sua elezione il presidente nel mirino dei "piccoli". Malcontento per una gestione troppo "solitaria", ma l'oggetto del contendere sono soprattutto le ambite nomine. Uniti nelle critiche ma divisi sull'eventuale dopo: ognuno pensa per sé (come successore)

Se mai c’è stata, la luna di miele di Dario Gallina con gli altri soci della Camera di Commercio di Torino è durata assai poco. Da pochi giorni la sua presidenza ha compiuto i primi due anni, altri tre lo separano dalla scadenza di un mandato che spesso, ma non sempre, nella storia dell’ente è destinato a essere rinnovato. 

Ma, come si diceva, il clima di perfetta concordia con alcuni componenti del consiglio, così come con una parte dei vertici delle associazioni di categoria, è rimasto solo un auspicio iniziale. Lo spettro di un ripetersi della giubilazione del suo predecessore  Vincenzo Ilotte, cui fu sbarrata la strada per il secondo mandato, potrebbe materializzarsi addirittura con un’eclatante sfiducia che tuttavia, come si vedrà, appare ad oggi assai improbabile. Questo non sminuisce affatto la tensione che da tempo va crescendo attorno al presidente dell’ente camerale. Oggi come allora, ai tempi del mancato rinnovo di Ilotte, a comporre la fronda sono i cosiddetti “piccoli”, ovvero AscomConfesercenti,   Api Cna, con qualche innesto confindustriale animato, a quanto si sussurra, da ambizioni personali. Due anni fa i “piccoli”, per dare il via libera a Gallina, reduce dalla guida dell’Unione Industriale, chiesero e ottennero l’impegno acché il suo successore non fosse più stato targato Confindustria, come lo era anche Ilotte. 

A dar retta ai congiurati le critiche sono dettate da un modus operandi troppo autonomo e dalla conseguente mancata condivisione delle scelte. E così proseguono le manovre di logoramento nei suoi confronti.

A muoversi, con accortezza, ma senza nascondere troppo il malcontento e guardando non certo distrattamente alle nomine che la Camera di Commercio è chiamata a suggerire a più di un ente, dal Comune alle Fondazioni solo per citarne alcuni, sono proprio i vertici delle associazioni unite nell’appellativo “piccoli”. Nomi di peso come quello di Maria Luisa Coppa, a lungo alla guida di Ascom, così come quello di Nicola Scarlatelli a capo della Cna nonché vicepresidente vicario dell’ente camerale, di Carlo Banchieri (Confesercenti) e di Corrado Alberto di Api, ma lo stesso attuale presidente dell’Unione Industriale Giorgio Marsiaj, pur non rappresentando certo i “piccoli”, non avendo quel che si dice un feeling con il suo predecessore in via Fanti, pare guardi con attenzione e interesse alla vicenda, secondo alcuni non disdegnando l’ipotesi di poter vestire i panni del cavaliere bianco nel caso la situazione precipitasse. 

Questo malcontento sarebbe già stato manifestato, in varie occasioni, al Grande Vecchio della finanza Enrico Salza, così come al sindaco Stefano Lo Russo. Tutti uniti nelle critiche al presidente, ma divisi sulla successione. Ognuno guarderebbe alla poltrona, oggi occupata da Gallina, come a quella ideale su cui accomodarsi. E proprio questo finisce col rappresentare una valida polizza per l'ex numero uno degli industriali torinesi.

Insomma, troppi galli finiranno per salvare Gallina. Il quale, avendo un’azienda che sta andando non bene, ma benissimo, come conferma anche la recente acquisizione di un’impresa negli Stati Uniti, potrebbe anche prendere in considerazione l’idea di dedicarsi totalmente al gruppo di famiglia. Semmai accadesse non sarà comunque per la spinta di coloro che oggi si dichiarano insoddisfatti della sua presidenza e che, traguardando nell’ipotesi meno improbabile da qui a tre anni, potrebbero di nuovo acconciarsi, per mancanza di un accordo tra loro, su un industriale. Almeno una parte di “piccoli”, infatti, starebbe guardando a Massimiliano Cipolletta, attuale vice di Marsiaj, amministratore delegato del Gruppo Scai e presidente del gruppo Ict dell’Unione Industriale. Figura dotata di notevole carisma, avrebbe fatto presa sui piccoli e non si sa se per questo o per altro sarebbe, come si dice, un po’ sofferto da Gallina. Che, pur criticato per razzolare male, difficilmente lascerà le penne nelle mani di chi è pronto a beccarsi per la sua successione. 

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