STAMPA & REGIME

Un gobbo alla guida di Tuttosport

Lo juventino Vaciago, figlio dell'ex top manager di Stato (e del Comune di Torino durante le Olimpiadi) pronto a rilevare il timone dal direttore Jacobelli. Scelta obbligata per un giornale sempre più stretto negli angusti confini della cinta daziaria

Negli ambienti sportivi la notizia è data certa, per l’ufficialità bisognerà attendere ancora qualche ora. Sarà Guido Vaciago il nuovo direttore di Tuttosport, rilevando il timone da Xavier Jacobelli. Classe 1971, due figli Celeste e Paolo, Vaciago ha fatto della sua passione sportiva un mestiere: così da juventino verace è diventato prima firma delle questioni bianconere sul foglio fondato da Renato Casalbore. Per qualcuno l’avvicendamento rappresenta l’ennesimo segnale di un ridimensionamento del quotidiano edito dal gruppo Amodeo (lo stesso del Corriere dello Sport), per altri è la scommessa su una delle firme più riconosciute dal tifo bianconero.

È stato il padre, Cesare Vaciago, ex mandarino di Stato e city manager della Torino olimpica, a tramandargli la passione per lo sport e soprattutto la fede nella Vecchia Signora. Agli albori degli anni Duemila Vaciago senior fu tra i pionieri della rete con il suo Juventinismi.it, un blog su cui il megadirigente di Palazzo civico riversava dati, pronostici, giochi di parole e, come diceva lui, “deliri in bianconero” sulla sua amata Juve. Forse uno dei pochi temi su cui in quegli anni l’affinità con il granatissimo Sergio Chiamparino scricchiolava.

Entrato a Tuttosport come stagista, si è diviso nei suoi primi anni tra Torino e la redazione di Milano dove aveva stretto un franco rapporto di amicizia con Giacinto Facchetti. Con la promozione di Vittorio Oreggia a vicedirettore (e poi direttore) Vaciago diventa prima firma delle questioni juventine, difende il club durante tutti i passaggi del processo Calciopoli e racconta gli anni della rinascita e degli scudetti di Conte, Allegri e Sarri. Appassionato di musica e ciclismo, l'attende una pedalata in salita per assestare un giornale ormai asserragliato tra gli angusti confini della cinta daziaria torinese che in questi anni ha perso terreno rispetto agli avversari, attestandosi attorno alle 24mila copie vendute.

Chissà come prenderà la notizia Urbano Cairo che oltre a essere presidente del Toro è anche editore interessato alle faccende di Torino dove ha investito per aprire le pagine locali del Corriere della Sera. Voleva conquistare il capoluogo piemontese e ora sembra accerchiato su più fronti. E non basterà a consolarlo la probabile promozione di Andrea Pavan, a quanto pare dopo le ferie estive, prima firma del Toro, nel ruolo di vicedirettore dal momento che anche lui, negli ultimi tempi, è stato piuttosto critico sulla gestione della società granata.

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