PALAZZO LASCARIS

Lite "in famiglia" pure sugli affidi, tra Lega e FdI interviene Cirio

Giunta politica venerdì per sedare le fibrillazioni nel centrodestra, questa volta sul ddl Allontanamento zero. "Nessun redde rationem, troveremo una sintesi". E i meloniani ritirano il ricorso al Tar sull'elezione dell'Ufficio di presidenza del Consiglio - DOCUMENTO

Come i servizi sociali, Alberto Cirio interviene per sedare l'ennesima lite “in famiglia” tra Lega e Fratelli d'Italia per evitare che a rimetterci sia il provvedimento che i due, insieme, hanno partorito quando andavano d'amore e d'accordo. “Non sarà un redde rationem, semmai un chiarimento politico nel merito del ddl Allontanamento zero”. Nell’entourage del governatore si tende a derubricare l’ennesima giunta politica che il presidente della Regione Piemonte ha deciso di convocare venerdì per sedare gli animi nella sua maggioranza. L’ultimo casus belli è stato il disegno di legge dell'assessore leghista alla Famiglia Chiara Caucino, provvedimento bandiera di questa legislatura regionale, nato sulla scia delle polemiche per il caso Bibbiano.

“Mai più bambini strappati alle loro famiglie” era stato il monito della Caucino che dall’inizio del suo mandato lavora a una legge. Nel momento in cui l’atto è pronto per approdare in aula, però, è stata la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli a dare fuoco alle polveri: “Nessun passo indietro per accontentare il sistema degli affidi di minori” è stata l’intimazione. “Rivolgo un appello alla Lega a ripensarci, con le famiglie dei bambini allontanati ci ha messo la faccia tutto il centrodestra”.

Una intemerata dovuta ai quindici emendamenti redatti proprio dalla Caucino che, secondo FdI, annacquerebbero non poco il disegno di legge (a partire dal nome). Verrebbe meno il divieto di allontanare i minori dalle famiglie in indigenza economica, la temporaneità dell’affido ­– perché il rientro in famiglia d’origine non sarebbe più obbligatorio in assoluto ma solo ove possibile – ma soprattutto “darebbe pieni poteri ai servizi sociali, anzi li legittimerebbe ancora di più a operare come vogliono” dicono i meloniani che sottolineano come questo sia uno dei temi su cui nel partito non si arretra. Chi osserva da fuori fa notare come l’affondo di Montaruli, che rappresenta in Fratelli d’Italia l’anima più identitaria, sia volto a delegittimare più il proprio capogruppo, Paolo Bongioanni, esponente insieme a Fabrizio Comba dell’area centrista legata a Guido Crosetto, piuttosto che la Lega. “Queste modifiche sono state condivise proprio con Bongioanni che ha dato il via libera” sottolineano nel Carroccio.

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Un ginepraio nel quale si mescolano battaglie politiche e ruggini personali proprio come già accaduto sul fondo “Vita nascente” istituito da Maurizio Marrone (FdI) per ridurre le interruzioni di gravidanza per ragioni economiche e che ha visto proprio Lega tentare di mettersi di traverso. Come in quel caso Cirio non intende delegittimare l’assessore che ha lavorato al provvedimento: “Troveremo insieme una sintesi, proprio come abbiamo fatto sull’aborto”.

Nessuna resa dei conti, assicurano da piazza Castello anche perché il rapporto tra i due principali azionisti di maggioranza va normalizzandosi. Lo dimostra l’accordo trovato tra i numeri uno di Lega e FdI in Piemonte, Riccardo Molinari e Fabrizio Comba per il ritiro del ricorso al Tar sull’elezione dell’Ufficio di presidenza di Palazzo Lascaris. Sarà lo stesso Bongoianni, che lo aveva presentato, a fare il passo indietro, mentre i leghisti hanno deposto le armi nella Giunta per le elezioni convocata dal Maurizio Marello per discutere proprio il caso Bongioanni, a rischio decadenza per una norma che prevede l’incompatibilità di un consigliere regionale in “lite” con l’ente che rappresenta. Segnali di distensione cui Cirio lavora quotidianamente “mentre c’è chi fa di tutto per sabotare questa maggioranza” si lamenta qualche consigliere nel parlamentino piemontese.

Qui gli emendamenti proposti dall'assessore Caucino