Superbonus, "la norma antifrodi blocca l'edilizia"
13:00 Martedì 17 Maggio 2022Confartigianato contro il provvedimento del governo che impone l'attestazione Soa per le imprese che intendono aderire agli incentivi statali. "Una barriera che favorisce un numero ristretto di soggetti"
Per il Governo è una certificazione necessaria per evitare almeno una parte delle frodi, le imprese edili si ribellano a quello che considerano l’ennesimo laccio di una “giungla normativa dalla quale è difficile districarsi”. Attorno all’obbligatorietà dell’attestazione Soa per i lavori legati agli ecobonus di importo superiore a 516mila euro, a partire dal primo gennaio 2023, pubblico e privato si scontrano. Si tratta dell’attestazione obbligatoria per le imprese che vogliono partecipare agli appalti pubblici; a partire dal primo gennaio 2023 dovranno averla anche le ditte che vorranno accedere al Superbonus edilizio. Confartigianato attacca il Governo e parla di una norma che “come prevedibile, al solo annuncio, ha già bloccato il mercato”.
La norma è inserita in un emendamento al decreto “Crisi Ucraina” ed è la prima risposta di Mario Draghi alle tante frodi già registrate attorno al Superbonus. Al 30 aprile scorso, in Piemonte, l’indice di utilizzo del Superbonus è di 5,4 asseverazioni ogni mille famiglie (la media nazionale è 5,94); in totale le pratiche attivate con successo sono 10.847; 1 miliardo e 877 milioni di euro di investimenti (6,8% del totale Italia). Insomma un bel volano per un settore, come quello edile, che da quasi quindici anni era sprofondato in una profondissima crisi.
E ora basta una norma che introduce l’obbligo di un’attestazione per bloccare l’effetto-rilancio? A sentire Enzo Tanino, presidente del settore Edilizia di Confartigianato Piemonte, assolutamente sì. Anzi “l’atteggiamento instabile del Governo ha già prodotto un effetto frenata, dando il via ad una corsa alla ricerca di imprese in possesso di una qualunque delle attestazioni Soa”. Peraltro – continua Tanino – neanche nel pubblico le Soa hanno dimostrato particolare efficacia, non avendo alcuna utilità nel contrasto alle frodi. Infatti, non avendo nulla a che fare con una vera qualificazione delle imprese, l’unico effetto dell’estensione di un sistema pensato per i lavori pubblici al settore privato sarà l’esclusione delle attività serie e regolari che non posseggono tali attestazioni”.
“Forse – conclude Tanino – l’intenzione non dichiarata di chi ha promosso la norma è quella di introdurre una barriera di accesso alle opere di valore più elevato (lavori di riqualificazione su immobili e condomini con importi superiori a 516mila), favorendo un piccolo numero di imprese”. Sono solo 1.223 in Piemonte ad avere l’attestazione Soa. Questo, secondo Confartigianato, “a discapito delle oltre 50mila imprese artigiane piemontesi operanti nel comparto delle costruzioni e dell’impiantistica, le quali costituiscono la vera ossatura del settore e la prima risposta alle istanze dei cittadini. Il risultato ottenuto è l’ennesimo rallentamento dei lavori e l’appesantimento delle procedure burocratiche, oltre all’apertura di un ulteriore business per le società che rilasciano queste attestazioni”. Per Confartigianato “servirebbe, piuttosto, una legge da tempo attesa dal settore, che riconosca il profilo professionale ed individui i requisiti delle imprese edili, senza imitare gli istituti tipici degli appalti pubblici nel settore privato”.