ECONOMIA DOMESTICA

Auto, Italia fanalino di coda e Stellantis sprofonda

La ritardata approvazione degli incentivi è tra i principali motivi del crollo delle vendite. Ad aprile -33% dei volumi, il peggiore risultato in Europa dopo la Lituania. In un contesto già desolante il risultato peggiore è del Lingotto (-40%)

Il mercato europeo dell’auto registra un nuovo crollo ad aprile e l’Italia si conferma fanalino di coda fra i cinque principali mercati dell'area. Con la perdita di un terzo esatto dei volumi (-33%), dovuta soprattutto alla lunga attesa degli incentivi, l’Italia nel mese di aprile segna il peggiore risultato del continente dopo la Lituania. Lo sottolinea l’Unrae. Negativi tutti gli altri principali mercati anche se tengono sulle perdite rispetto all’Italia: Francia -22,6%, Germania -21,5%, Regno Unito -15,8% e Spagna -12,1%. Complessivamente, questi cinque mercati vedono calare le immatricolazioni poco più della media Ue (-21,9%) e rappresentano il 70,7% del totale immatricolato ad aprile.

“L’avvenuta pubblicazione del decreto sugli incentivi, a tre mesi dall'annuncio, è finalmente una buona notizia, ma non sufficiente a far ripartire velocemente il mercato, anche perché non sono ancora disponibili tutti i chiarimenti operativi necessari per orientare correttamente i concessionari” afferma Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae. In u quadro già desolante la performance peggiore la fornisce il Gruppo Stellantis (-40,9%), mentre contengono le perdite tutti gli altri: Volkswagen (-32,3%), Renault (-25,5%), Toyota (-12,9%).

Inoltre – spiega – rimane ancora fermo il limite di 180 giorni dalla firma del contratto per l’immatricolazione, invece dei 300 giorni chiesti dall’intero settore per ovviare alla carenza delle forniture di microchip, creando il rischio concreto di disguidi e contenziosi. Peraltro, la riduzione del limite massimo al prezzo di listino per usufruire degli incentivi, che penalizza drasticamente i veicoli elettrici, riduce la scelta dei consumatori ad un numero inferiore di modelli: “Una decisione – commenta Cardinali – che riduce l’efficacia del provvedimento nei suoi aspetti fondamentali, sia come sostegno al settore automotive, sia come accelerazione del processo di transizione energetica del parco circolante”. L’Unrae propone inoltre di “elevare la detraibilità dell’Iva per le auto aziendali in uso promiscuo quantomeno in percentuale crescente in base al livello di emissioni, fino al 100% per la fascia 0-20 g/Km, e introdurre detrazioni fiscali per agevolare l'installazione di colonnine di ricarica anche da parte dei privati”.

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