Università Torino, si amplia Centro Biotecnologie Molecolari

Taglio del nastro questa mattina a Torino per il secondo edificio del Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Molecolari dell'Università intitolato a Guido Tarone, scienziato torinese di fama internazionale nel campo della biologia cellulare. All'inaugurazione hanno partecipato il rettore Stefano Geuna, l'assessore comunale alla Transizione ecologica Chiara Foglietta, l'assessore all'Innovazione della Regione Piemonte Matteo Marnati, la direttrice del Centro Fiorella Altruda, e il presidente del Centro Lorenzo Silengo. Il nuovo edificio amplierà il Centro di Biotecnologie dell'Università di Torino di altri 30 mila metri quadrati. Ospiterà 12 laboratori e 500 ricercatori, e lavorerà in collaborazione con le imprese del territorio e con il Politecnico. La ricerca, ha spiegato Altruda, "sarà incentrata soprattutto sui tumori: immunologia, studio dei meccanismi base, e terapie avanzate". Lo spazio è stato acquistato anni fa dalle Ferrovie dello Stato con un finanziamento della Compagnia di San Paolo, ed è stato recentemente ristrutturato dall'Università.

"Questa e' la casa delle biotecnologie e della scienza di base che a volte genera le scoperte più importanti - ha sottolineato Geuna -. Il centro è dedicato a un amico e maestro, Guido Tarone, che più di tutti ha creduto nella necessità di una visione moderna che abdica ad avere il proprio spazietto esclusivo per avere un centro come questo nel quale si condivide, riuscendo così a essere più competitivi". "Con la pandemia - ha osservato Marnati - ci siamo accorti dell'importanza della ricerca. L'occidente si è scoperto molto fragile e ha capito la necessità di fare squadra e investire sulla scienza. Questa struttura è un centro di eccellenza straordinario, utile perché c'è ancora molto da scoprire". "Quello che oggi inauguriamo - ha aggiunto Foglietta - è la realizzazione di ciò che quando studiavo in questi stessi campi era solo un sogno. Questo centro è importante per la Città e lavorerà in sinergia con Parco della Salute di Torino". "I nostri giovani - ha rimarcato Silengo - non vanno all'estero per sentirsi raccontare ciò che possono leggere su un libro, ci vanno per i laboratori e le possibilità di fare ricerca. Ecco una delle ragioni importanti alla base della decisione di costruire questo Centro. L'industria vuole persone che abbiano capacità sperimentale e l'insegnamento sta cambiando anche in Italia: lentamente raggiungiamo gli altri, che l'hanno cambiato 50 anni fa. Non siamo più un'isola ma siamo vincolati, sotto il profilo delle risorse, dal rapporto con l'industria".

 

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