PASSATO & PRESENTE

Dietro a Marrone spunta sempre il nero

Per quanto si dia una veste istituzionale, l'assessore regionale non riesce a tenere a freno la sua vera anima. E così finisce di nuovo nel mirino delle opposizioni per l'invio di aiuti alle enclave serbe nel Kosovo. La sinistra: "Iniziative criptofasciste"

“Torino è in rosso, cambia colore” recitava il claim di una vecchia campagna di Maurizio Marrone, ma gira e rigira la tinta da lui preferita pare essere sempre la stessa: il nero. Insomma, ci risiamo. Neanche il tempo di far calmare le acque per quelle simpatie verso i filorussi del Donbass che l’assessore regionale di Fratelli d’Italia sembra esserci ricascato. Questa volta a finire nel mirino dell’opposizione sono i suoi presunti legami con le enclave nazionaliste serbe del Kosovo con cui avrebbe aperto un link, sfruttando la sua delega alla Cooperazione. La polemica scoppia dopo che «sul sito di estrema destra Kulturaeuropea» è stato riportato che «i Circoli dei Lettori di Torino e Novara avrebbero donato e spedito del materiale, grazie all’aiuto dell’assessore Marrone, alle comunità serbe in Kosovo», attaccano il consigliere Pd Domenico Rossi e il collega di Liberi uguali e verdi Marco Grimaldi che chiedono: «Quali sono i bandi di riferimento? Quali le procedure seguite?». Parliamo di libri non di obici, spediti a una scuola e non a una brigata neonazista, ma tanto basta per ad alimentare sospetti e polemiche.

Critiche strumentali finché si vuole, ma certo Marrone sembra non perdere occasione per farsi dare del “fascista” (secondo Grimaldi, in particolare, si tratta di “criptofascista”). Intanto a piazzare un cordone di sicurezza attorno al suo assessore ci ha pensato il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia che ha giudicato inammissibile il question time dei due esponenti del centrosinistra e impedito il dibattito in aula. Dopotutto non sarà certo la prima interrogazione cui una giunta fin troppo refrattaria al confronto con l’aula decide di non rispondere.

Grimaldi e Rossi non si arrendono: «Kulturaeuropa è un sito neofascista che dichiara di voler promuovere “l’Europa del Mito e della Tradizione, che dovrà diventare lo spazio imperiale del futuro”, che ospita riflessioni agiografiche su Mussolini, podcast audio e testi dell’ex terrorista dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR) Gabriele Adinolfie fantasie di complotto costruite e divulgate da siti come QAnon. È accettabile che Fondazioni nate con lo scopo di produrre e diffondere cultura, siano utilizzate come strumento della più reazionaria propaganda? Forse sì, almeno per chi si fa scudo del regolamento per usare le istituzioni a proprio piacimento». E proprio su quel sito compariva la notizia dell’iniziativa che Marrone, col suo assessorato alla Cooperazione, avrebbe promosso.

Finisce nella bufera anche il Circolo dei lettori di Torino. Il presidente della Fondazione Giulio Biino il 22 maggio ha partecipato al Salone del Libro all’anteprima del premio internazionale World Heritage Hero al quale hanno preso parte, tra gli altri, anche l’assessore Marrone e Marcello De Angelis, ex Nar, condannato in via definitiva a cinque anni per banda armata, che ora è presidente della Fondazione H.Opes. La sua pena l’ha espiata, negli ultimi anni è pure finito in parlamento sotto le insegne del Pdl. Nessuno scandalo, ma solo la solita domanda: possibile che dove c’è Marrone c’è sempre un nero?

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