Io so’ io, e voi…

Lo scollamento tra il mondo della politica e quello reale ha raggiunto la sua massima dimensione in questi ultimi mesi. Da una parte le paure e le difficoltà quotidiane che affrontano le persone, dall’altra gli inconsistenti annunci televisivi di coloro che ricoprono incarichi istituzionali. In mezzo il baratro.

Secondo questi ultimi, gli ottimisti, tutto va sostanzialmente bene. La copertura del 92% di vaccinati ha permesso alla comunità di condurre una vita quasi normale, e la guerra nell’est europeo, mal che vada, priverà la popolazione della possibilità di usare i condizionatori nei torridi mesi estivi.

Non potrebbe andare meglio, lo Stato può quindi invitare i cittadini a mettersi tranquillamente in coda per accedere a qualche mega evento, oppure a prenotare l’ombrellone per Ferragosto, liberandoli da qualsiasi pensiero cupo. Purtroppo, chiunque faccia i conti serali della propria attività giornaliera è testimone di una fase che lascia poco spazio all’euforia.

Un piccolo commerciante, che possiede un negozio che si affaccia sulla via più vivace di Santa Rita, alla chiusura ha contato ben 18 euro di incasso: cifra assolutamente insufficiente per pagare le spese della giornata. Le zone turistiche lamentano cronicamente la scarsità di presenze nelle strutture alberghiere e private, seconde case, mentre gli espositori del Salone del Libro hanno dichiarato quest’anno un considerevole calo delle vendite, come già accennato nel precedente articolo.

Al contrario, osservando le spettacolari, quanto costose, pubblicità commissionate dai tanti siti web dedicati alla consegna di pasti a domicilio balza agli occhi un amaro dato incontrovertibile: chiudono le imprese familiari, ma lievitano gli introiti di tutte le società multinazionali che hanno colto la ghiotta occasione fornita dall’emergenza sanitaria.

I salari, gli stipendi sono stati letteralmente saccheggiati giorno dopo giorno, sino a posizionare l’Italia tra gli ultimi posti al mondo della classifica dei Paesi che assicurano ai lavoratori retribuzioni dignitose. La stessa campagna vaccinale, ideata per evitare il ripetersi di lockdown dannosi per l’economia, ha inciso sostanzialmente sull’esistenza di molti dipendenti pubblici e del settore privato. I milioni di italiani che si sono sottratti alla terza dose, oppure hanno scelto di non vaccinarsi sulla base di valutazioni legate alle loro patologie, sono stati sanzionati con la sospensione del posto di lavoro e quindi dello stipendio. Una punizione che ha rappresentato uno schiaffo alla Costituzione, nel suo primo importante articolo, e al Diritto del Lavoro.

Il potere di acquisto dei cittadini ha subito quindi un duro colpo, reso ancor più violento dai rincari delle bollette energetiche e dei costi del riscaldamento, questi ultimi hanno raggiunto un aumento del 220%. Una brutta sorpresa che ha messo in difficoltà molte famiglie obbligate ad accantonare faticosamente, centesimo per centesimo, i soldi da destinare al pagamento dei servizi essenziali.

Lo Stato in questa occasione ha dimostrato tutta la sua impotenza. Il Parlamento, votando negli anni sempre a favore delle privatizzazioni, ha scoperto ora di non avere carte in mano da giocare, e di poter solo assistere inerme al compiersi dello sfacelo. Discorso opposto sul tema “Guerra”, dove il governo ha contribuito ad alimentare il conflitto inviando missili e incrementando le spese militari, non risparmiandosi al contempo nel varare corpose sanzioni economiche a danno della Russia. Le aziende produttrici di armi hanno salutato con gioia le ultime scelte dell’esecutivo Draghi, mentre le centinaia di imprese che commerciavano con Mosca si sono trovate nella necessità di lasciare a casa i propri dipendenti.

Altri disoccupati, seppur nel nome della NATO, nuovi rincari dei generi alimentari destinati alle nostre tavole e tasso di inflazione in salita sono i primi effetti del conflitto ucraino. All’orizzonte il nuovo terrore mediatico costruito intorno al “Vaiolo delle scimmie”.

Approfittando ancora una volta della distrazione di massa, alcuni iper store hanno iniziato ad assumere giovani in prova, per sei mesi, con la promessa di uno stipendio pari a zero. Scelta che ha raccolto l’approvazione di quei sottosegretari impegnati a sostenere, nei talk show, la necessità di non aumentare le paghe quale ricetta per ostacolare l’inflazione, seppur mostrandosi attenti a non mettere in discussione i loro lauti stipendi.

L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro e ripudia la guerra; tutela la dignità dei lavoratori, tramite adeguati salari, e rispetta la libera opinione. La Costituzione elenca una serie di valori e principi che tutti, soprattutto le Istituzioni, dovrebbero difendere e garantire senza cedimento alcuno. La Politica sembra non riconoscere autorevolezza alla Carta fondamentale, trasformandola continuamente in carta straccia.

Un esempio di insensibilità lo offre anche Torino. La Città ha deciso di portare una manifestazione floreale molto popolare, a libero accesso e che si teneva sempre nelle vie del centro, negli ex Giardini Reali imponendo al pubblico un biglietto di 7 euro.

A quanto pare è tornata in voga l’epoca del Marchese del Grillo, ossia la prassi di un Potere che si rivolge al popolo in strada dicendo con fierezza: “Io so’ io, e voi non siete un…”.

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