Chiesa: Repole, non dobbiamo avere paura di essere consolati 

"Non dobbiamo avere paura di essere consolati. Siamo semplicemente uomini e donne, fragili, e viviamo a volte desolazioni profonde. Vengono ad esempio dalla malattia. La desolazione che viene dalla solitudine: quante solitudini si consumano, anche in questa nostra città. Sono soli gli anziani, che non riescono più a portare la loro sapienza per lo sviluppo della nostra città. Ma sono soli anche i giovani. C’è la solitudine che viene dai nostri fallimenti, affettivi, lavorativi". Così l'arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole, in un passaggio dell'omelia della messa presieduta per la Festa della Consolata nell'omonimo santuario a Torino, nel 30° della sua ordinazione presbiteriale. "Facciamo bene a confidare nella scienza e nella tecnica - ha proseguito l'arcivescovo - ma non saprà consolarci fino in fondo".

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