FORZE ARMATE

Carabinieri, cambio al vertice della legione Piemonte e VdA

Nella cerimonia di questa mattina l'avvicendamento tra il generale di divisione Iacobelli, che approda a Roma, e il generale di brigata Di Stasio: "Le nostre stazioni sono il front office dello Stato"

Cambio al vertice della legione Piemonte e Valle d’Aosta dei Carabilieri. Questa mattina, nella storica caserma Bergia di Torino, alla presenza del comandante interregionale carabinieri Pastrengo, il generale di corpo d’armata, Gino Micale, si è svolta la cerimonia di avvicendamento tra il generale di divisione Aldo Iacobelli e il generale di brigata Antonio Di Stasio, che assume il comando.

Iacobelli, dopo tre anni, lascia dunque il Piemonte per Roma, dove assumerà l’incarico di comandante della Divisione unità mobili. Il generale Di Stasio, classe 1967, ha frequentato l’Accademia Militare di Modena e ha completato gli studi militari presso la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma. È laureato in giurisprudenza, Scienze Politiche e Scienze della Sicurezza Interna ed Esterna ed è abilitato alla professione forense. È stato dal 2015 comandante dell’ottavo reggimento carabinieri Lazio e dal 2016 al 2019 comandante del provinciale carabinieri di Palermo. Alla cerimonia hanno partecipato le massime autorità civili e militari torinesi, erano schierati i contingenti della Scuola allievi carabinieri di Torino e dei reparti dell’Arma delle regioni Piemonte e Valle d’Aosta.

Di Stasio ha affermato che “l'Arma deve essere l’Arma della gente e stare tra la gente. Le stazioni territoriali dei Carabinieri per me sono il front office dello Stato, soprattutto in quei paesini in cui siamo l’unica presenza dello Stato”.

“La comunità – ha aggiunto Di Stasio – ha tutto il diritto di poter vivere una vita tranquilla e serena in un modo che possa preservarli da qualsiasi forma di criminalità”. Il generale ha spiegato che nel suo lavoro si appoggerà molto all’esperienza degli otto comandanti provinciali e del comandante di Aosta. “Porterò la mia esperienza variegata dei vari miei comandi Foggia, Bari e Palermo. Credo che soltanto insieme si possa offrire un lavoro corale ed efficace. Quando noi arrestiamo il criminale il dado è tratto e credo che l’attività di prevenzione debba avvenire insieme alla comunità”. Tra le priorità la lotta alla criminalità organizzata, “qui l’espressione mafiosa più importante è la ‘ndrangheta, ma a prescindere dal nome che hanno, i mezzi sono sempre gli stessi – afferma Di Stasio – la ricerca del denaro credo che spinga qualsiasi criminale a trovare il mezzo adatto per raggiungerlo. Credo che il contrasto debba essere forte. Qualcuno diceva che la mafia si distrugge con un esercito di insegnanti”.

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