ALTA TENSIONE

"È ora di sgomberare Askatasuna"

I sindacati di polizia uniti chiedono lo smantellamento definitivo del centro sociale che il Tribunale del riesame ieri ha definito "associazione per delinquere". Quegli spazi vengano restituiti ai torinesi

“Sono decine di anni che lo diciamo apertamente che Askatasuna dovrebbe essere liberato e restituito ai cittadini torinesi, affinché ne possano fare uso per scopi meritevoli di plauso, e non per attività criminali”. Lo sostengono, in una nota congiunta, i segretari provinciali dei sindacati di polizia Sap, Antonio Perna, Siulp, Eugenio Bravo, e Fsp Luca Pantanella dopo il pronunciamento del tribunale del riesame di Torino secondo cui esiste un’associazione per delinquere nel centro sociale Askatasuna.

I sindacati sottolineano come il tribunale abbia riconosciuto in capo agli indagati “la condivisione di un ben preciso piano delinquenziale che mira a mantenere costantemente alta la tensione con le Forze dell’Ordine in Val di Susa”. “Anche il Tribunale afferma pertanto quanto asserito più volte dalle organizzazioni sindacali che ritengono che scagliare bombe carta e massi contro i poliziotti, ferendone a centinaia negli anni, non possa assolutamente più tollerarsi”. “Per quanto riguarda, invece, la sede storica di Askatasuna di corso Regina Margherita, siamo in attesa ancora di capire quali siano le intenzioni dell’amministrazione comunale, essendo lo stabile di sua proprietà, alla luce di quanto affermato dal Tribunale di Torino” concludono i sindacati di polizia.

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Persone “prive di principi e valori morali” con tratti razzisti, antisemiti, sessisti e addirittura “disumani”. Così, alla luce di quasi due anni di intercettazioni telefoniche e ambientali, gli investigatori della Digos hanno descritto, nelle carte dell’indagine, gli attivisti del centro sociale torinese Askatasuna coinvolti nel procedimento giudiziario che, ieri, ha portato il Tribunale del riesame a ipotizzare il reato di associazione per delinquere. Nei rapporti inviati alla procura, secondo quanto è trapelato, compaiono conversazioni con frasi contro gli ebrei, i transessuali, gli “arabi”, i “negri”, i partigiani. Nei documenti si parlerebbe anche di comportamenti irresponsabili nel corso dell’emergenza Covid. Le carte sono da settimane anche a disposizione degli avvocati difensori, i quali hanno sottolineato che si tratta “di frasi estrapolate dal contesto, a volte ironiche o scherzose, o di sfoghi estemporanei ai quali non bisogna dare peso”.