VERSO IL VOTO

Porchietto: "Resto in Forza Italia"
(a farsi massacrare dalla Ronzulli)

Alla fine la deputata torinese non segue la Gelmini in Azione. "Chiudo la partita, torno alla mia professione". Secondo i maligni non avrebbe ottenuto garanzie per un posto blindato. Ora spera nella clemenza della madre-padrona di Arcore. Ciao core

Doveva lasciare Silvio per Carlo, invece Claudia Porchietto resta. “Non so se il presidente Berlusconi mi chiederà di ricandidarmi ma non tradirò la fiducia che ha riposto in me”, questa la chiosa del lungo post con cui la deputata torinese, gelminiana di ferro, annuncia la sua intenzione di non seguire Mariastella Gelmini ed altri parlamentari a lei vicini in Azione, decidendo di rimanere nelle fila azzurre, pur consapevole che “gli incarichi politici vanno e vengono”, ma rimarcando che “le mie convinzioni e il desiderio di lavorare nell'interesse del Paese non cambieranno mai”.

L’imprenditrice, ex presidente di Api e già assessore al Lavoro nella giunta regionale di Roberto Cota, eletta in Parlamento per la prima volta nel 2018 era data per certa nel gruppo al seguito della ministra nel voltare le spalle al Cav. Sembrava solo un ritardo, il suo, rispetto agli altri. Invece, oggi lei spiega che “fin dalla scorsa settimana molti organi di stampa hanno scritto ed ipotizzato la mia uscita da Forza Italia, quale diretta conseguenza dell'abbandono del nostro partito da parte di Mariastella Gelmini. Non c’è stato giorno in cui non sia uscita almeno un'agenzia che dava come imminente questo mio addio”.Ipotesi non certo basate sul nulla e neppure riconducibili soltanto al suo stretto legame con la Gelmini. Porchietto non ne fa cenno, ma neppure smentisce (né potrebbe farlo) dell’incontro avuto con Carlo Calenda in vista di un suo approdo in Azione. “Chiudo la partita e torno alla mia professione. Non ho più voglia, evidentemente doveva andare così”, si è sfogata con amici ed estimatori, per l’ennesima delusione dopo quelle per la mancata candidatura prima a presidente della Regione Piemonte (assegnata ad Alberto Cirio) e poi a sindaco di Torino (andata a Paolo Damilano).

A quel che si racconta negli ambienti politici vicino all’ex titolare del Mise, nei ragionamenti fatti la deputata avrebbe avanzato richieste di pluricandidature in maniera tale da essere il più possibile blindata per un suo ritorno in Parlamento. Evidentemente le risposte attese non sono arrivate e per questo ha deciso di rimanere nonostante la fatwa della potentissima madre-padrona del partito Licia Ronzulli che già mesi fa le aveva detto di scordarsi una posizione da capolista. La professione di fede a Berlusconi sembra, a questo punto, un appello alla clemenza della corte di Arcore.  

“Io rispondo continuando, come ho fatto in questi quattro anni di legislatura, e prima ancora come consigliere e assessore della Regione Piemonte, a lavorare per rappresentare degnamente gli Italiani e per onorare la fiducia che nel 2018 il presidente Berlusconi mi ha riconosciuto, dandomi la possibilità di candidarmi al Parlamento italiano”, scrive ancora la deputata che a chi le ha parlato fuori dall’ufficialità in queste ore avrebbe confessato il suo scoramento e la “decisione” (si fa per dire) di tornare alla sua attività professionale. 

Nel post lei ricorda come a capo del dipartimento Politiche industriali del partito in questa legislatura ha “contribuito a costruire le proposte di rilancio delle filiere produttive, la proposta di legge sul reshoring, lavorato per tutelare e far assegnare risorse al sistema neve e alla montagna durante la pandemia. Ho difeso il sistema automotive, seguito passo a passo il decreto Concorrenza fino alla sua votazione definitiva martedì alla Camera”. Lo ha fatto, sottolinea, “con senso del dovere e professionalità ho cercato di rappresentare degnamente i nostri elettori e ogni cittadino italiano. Intendo continuare a farlo anche in questi ultimi giorni di legislatura, sotto la bandiera liberale e moderata del mio partito”. Basterà questo a ottenere la grazia di un Cav sempre più nelle mani di quel cerchio tragico che alla Porchietto l’ha giurata ormai da un pezzo?

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