VERSO LE POLITICHE 2013

Saitta, ultimo “giapponese”

Il numero uno di Palazzo Cisterna non segue i colleghi di Asti e Biella e resta al suo posto. “C’è un attacco contro le autonomie locali che va contrastato”. E ipoteca la candidatura per la Regione

NON MOLLO Antonio Saitta

Antonio Saitta non lascia il suo incarico di presidente della Provincia di Torino. Lo comunica in zona Cesarini, nell’ultimo giorno per poter rassegnare le dimissioni stabilito dalle norme per poter prendere parte alle Politiche del 2013. Non segue quindi l'esempio né della pidiellina Maria Teresa Armosino (Asti) né del leghista Roberto Simonetti (Biella). «Candidarsi sarebbe comodo, ma credo che in un momento in cui stiamo assistendo da parte del governo nazionale a un pesante attacco alle autonomie locali, sempre più spogliate dalle proprie prerogative, e che mai si è verificato prima, sia doveroso presidiare il territorio per cercare di bloccare il processo centralista in atto».

 

Prosegue, dunque il suo impegno a salvaguardia degli enti locali, nonostante le defezioni di coloro che per mesi sono stati i suoi compagni di viaggio - fuori dal Piemonte ha lasciato l'incarico anche il numero uno della provincia di Napoli Luigi Cesaro , mentre il presidente della provincia di Milano Guido Podestà ha deciso di restare, convinto proprio da Saitta -. Rivendica il ruolo di chi lavora quotidianamente sul territorio, rispetto a una visione del governo secondo la quale «tutte le amministrazioni sono enti che sprecano e rubano». Con queste parole ha argomentato la sua scelta anche ai consiglieri del gruppo Pd, poco prima dell’inizio del Consiglio provinciale. Archiviata la prospettiva di uno scranno parlamentare, è evidente che da questo momento l'obiettivo di Saitta è la candidatura alla presidenza della Regione. Magari con un passaggio alla guida della città metropolitana, Fassino volendo.

print_icon