SANITÀ

Il Maria Vittoria rischia il collasso. "Serve presto un nuovo ospedale"

Struttura vecchia e ormai inadeguata, ma con il record regionale di accessi al Pronto Soccorso. L'allarme lanciato dai primari che hanno costituito un comitato. "Vogliamo accendere un faro su un'emergenza del sistema sanitario". Un pungolo per Regione e Asl

“Il Maria Vittoria non è più un ospedale all’altezza dei tempi, ne serve uno nuovo in tempi i più brevi possibile”. Dopo aver diretto per tre anni la centrale nevralgica dell’emergenza Covid, Emilpaolo Manno sveste temporaneamente i panni dell’urgentista al vertice del Dirmei e indossa quelli di chi, a capo di un neocostituito comitato, lancia l’allarme per un’altra emergenza, non meno importante. 

“Il nostro ospedale, vecchio, strutturato in padiglioni con passaggi obbligati all’esterno, ma anche il primo a livello regionale per accessi al Pronto Soccorso, rischia di collassare”, avverte il direttore sanitario Marilena Avanzato. Lei, come gli altri primari del Maria Vittoria, fa parte dei fondatori di un comitato destinato ad aprirsi a cittadini e forze sociali, ma che già racconta nella sua nascita le forti preoccupazioni di chi in quell’ospedale lavora e che non nasconde di temere “tempi lunghi, intoppi, discussioni”, insomma quel che purtroppo sta accompagnando un po’ di tutti i cammini verso la realizzazione di nuovi ospedali, a partire dal Parco della Salute.

Spiegano, i primari, come ormai sia chiara l’impossibilità di ampliare e modificare l’attuale struttura, peraltro gravata da parecchi vincoli della Soprintendenza, e dunque sia ancor più necessario decidere in fretta la costruzione di un nuovo ospedale che possa anche accogliere l’attuale polo infettivologico dell’Amedeo di Savoia (altro edificio che soffre il peso della sua antichità) e in fretta scegliere, innanzitutto, dove farlo. 

Sull’ipotesi della Pellerina, avanzata dal presidente della Regione Alberto Cirio e dal sindaco Stefano Lo Russo, i camici bianchi non si pronunciano, per ora. “Vogliamo dare il nostro apporto alla discussione, ma soprattutto siamo disponibili a fornire un supporto tecnico ai decisori politici e sensibilizzando l'opinione pubblica e tutti gli organismi sanitari che operano in Piemonte”. 

Il comitato istituito nei giorni scorsi con tanto di atto notarile si propone anche l’ambiziosa missione di “evitare che i tempi tecnici della costruzione, necessariamente non brevi, determino un impatto negativo sulla manutenzione delle strutture esistenti che dovranno continuare a garantire l’adeguata risposta alla domanda sanitaria della popolazione, così come di contribuire, da un punto di vista strettamente tecnico, al corretto inquadramento del nuovo ospedale, in particolare rispetto al ruolo futuro e al posizionamento nella rete ospedaliera cittadina e regionale”.

Sgombrano il campo da ipotesi di “incomprensioni o frizioni con l’Asl Città di Torino, così come con la Regione”, ma certo l’essere arrivati a dar corpo a un comitato, “per accendere un faro sul Maria Vittoria e sulla necessità di avere in fretta un nuovo ospedale” non può che apparire come una (oggettivamente giustificabile) preoccupazione circa la reale capacità di dare la risposta attesa da parte di chi deve decidere e poi agire.

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