Piazza S. Carlo: riuniti processi, avvocato ricusa giudici 

Diventano un caso giudiziario a Torino i processi celebrati per i fatti di Piazza San Carlo del 3 giugno 2017, quando le ondate di panico tra la folla che seguiva su maxischermo la finale di Champions League Juventus-Real Madrid provocarono 1500 feriti e, in seguito, il decesso di due donne. La Corte di Assise di Appello, presieduta da Franco Greco, ha riunito gli ultimi due procedimenti, uno celebrato con il rito abbreviato (dove tra gli imputati figurano l'ex sindaca Chiara Appendino e l'allora questore Angelo Sanna) e l'altro con l'ordinario. Gli avvocati difensori si erano opposti a questa iniziativa e uno di loro, Roberto Capra, subito dopo la lettura dell'ordinanza ha ricusato la Corte. L'udienza è stata quindi aggiornata al 14 febbraio. A valutare la ricusazione sarà ora la Presidenza della Corte di Appello di Torino. Nel nuovo processo così unificato gli imputati sono in tutto 11, chiamati a rispondere di disastro, lesioni e omicidio colposo. L'eventualità di una riunione dei fascicoli era stata avversata dai difensori. "Ordinario e abbreviato - aveva detto uno di loro, l'avvocato Elena Negri - sono riti diversi con regole diverse. Il processo non può essere stravolto in questo modo". Un altro legale, Mauro Ronco, aveva parlato di ipotesi "assurda" e "paradossale". La Corte, richiamandosi anche agli ultimi orientamenti della Cassazione, si è detta di avviso diverso: la "trattazione congiunta" dei due riti è possibile, con l'accortezza di "rispettare la netta differenziazione delle regole di acquisizione e di valutazione degli elementi di prova". La Procura Generale, rappresentata in aula dal pg Carlo Maria Pellicano, sulla questione non si era pronunciata. A favore dell'unificazione dei fascicoli si era detta l'avvocato di parte civile Caterina Biafora.

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