Volontariato: vescovo Novara, legge terzo settore può spegnerlo

"Il percorso di inquadramento di tante forme di volontariato nella legge sul Terzo Settore può correre il rischio di spegnere il volontariato umile e gratuito. Le comunità cristiane e i pastori non dovranno smettere di favorire un volontariato disponibile, che sia semplicemente gratuito". Lo ha detto questa mattina il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, nel corso dell'omelia della festa di San Gaudenzio, patrono della città piemontese e di una delle diocesi più vaste d'Italia, oltre 4200 chilometri quadrati. Secondo il presule si corrono due rischi: uno è quello della eccessiva istituzionalizzazione porti ad un "impoverimento del volontariato gratuito". L'altro è che i giovani sembrino "assenti dal servizio, ma le inchieste indicano uno dei motivi nel fatto che gli adulti non danno a loro sufficientemente spazio". Ma, dice Brambilla, c'è bisogno di dare al volontariato una matura continuità nel tempo: "La carità da se stessa richiede di diventare scelta di vita: altrimenti molti giovani, che hanno fatto un cammino di formazione e di fede, li potremmo trovare domani con comportamenti che sembrano aver lasciato alle spalle il proprio volontariato come un esperimento giovanile romantico e superato nella vita adulta". L'omelia che, come vuole la tradizione, assume il senso di un discorso alla città e che è stata dedicata al tema della povertà, letta a partire dalla parola di Gesù nel Vangelo. "I poveri li avete sempre con voi". "L'appello che arriva dei poveri è questo: aiutare i bisognosi a liberarsi dal loro bisogno", ha detto tra l'altro monsignor Brambilla, e ha sottolineato che "i poveri sono un impegno interminabile per la Chiesa e per la società, non possono essere un compito episodico, un'attenzione da risvegliare quando accade un'emergenza, succede una tragedia". I poveri sono un compito costante per il credente e la Chiesa". 

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