GIUSTIZIA

Non è un narcotrafficante, dopo 17 anni assolto Padovano

Si conclude così un processo iniziato nel 2006 in cui l'ex calciatore era stato coinvolto in un'inchiesta della procura di Torino su una rete che importava stupefacenti dalla Spagna. I legali: "Sempre creduto nella sua innocenza"

Una via crucis infinita, il processo iniziato nel 2006, il marchio della droga associato al volto di uno dei calciatori più conosciuti degli anni Novanta. Si è concluso oggi l’incubo di Michele Padovano, 56 anni, assolto nel processo d’appello bis che era stato ordinato dalla Cassazione dall’accusa di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti per la quale in primo grado i pm avevano chiesto 24 anni di reclusione.

“Non abbiamo mai dubitato dell’innocenza del nostro assistito che ha avuto la forza di continuare a credere nella giustizia pur in una vicenda così lunga, complicata e travagliata” dichiarano i suoi difensori, gli avvocati Michele Galasso e Giacomo Francini. Padovano era stato coinvolto nel 2006 in una vasta inchiesta della procura di Torino su un traffico di hashish giunto dal Marocco. Dopo la richiesta di 24 anni della pubblica accusa, la Cassazione aveva annullato con rinvio la condanna a sei anni e otto mesi. Ora l’assoluzione con formula piena.

Nella sua carriera Padovano ha vestito, tra le altre, le casacche di Juventus, Genoa e Napoli oltreché quella azzurra della Nazionale italiana. Quando gli piombarono addosso le accuse dei magistrati torinesi aveva 39 anni, era il direttore generale dell’Alessandria Calcio e si era candidato nei Moderati alle amministrative di Torino, al fianco del sindaco Sergio Chiamparino.

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