LA SACRA RUOTA

Italdesign, l'automotive corre: conti record e 130 assunzioni

La società di design, progettazione e servizi fondata da Giugiaro nel 1968 e dal 2010 parte del gruppo Audi (Volkswagen) sfonda il tetto dei 200 milioni di fatturato. Oltre mille dipendenti, di cui 947, tra Moncalieri e Nichelino. "Cresceremo ancora"

È stato un anno record. “Siamo entrati nel 2022 al gran galoppo e, per la prima volta in 55 anni di storia, Italdesign ha sfondato il tetto dei 200 milioni di fatturato: abbiamo chiuso l’esercizio con 220 milioni, il 23% in più dell’anno precedente, e con 10 milioni di risultato operativo, in crescita del 146%”. Così Antonio Casu, amministratore delegato di Italdesign, commenta i risultati raggiunti nel 2022 dalla società di design, progettazione e servizi per l’automotive di Moncalieri fondata da Giorgetto Giugiaro nel 1968 e dal 2010 parte del gruppo Audi (Volkswagen). Prossimo step l’apertura della sede negli Usa, operativa entro l’anno.

“Il 2022 è stato un anno record anche per le assunzioni. Sono entrate in azienda 131 persone – sottolinea Casu – un record assoluto. Buona parte arriva dal Politecnico di Torino con cui abbiamo da tre anni un accordo quadro. Anche quest’anno continueremo ad assumere, speriamo più dell’anno scorso. Dipenderà dalla disponibilità di persone. Abbiamo 1.100 dipendenti, di cui 947 in Italia, tra Moncalieri e Nichelino. Stanno crescendo anche le nostre realtà in Germania, in Spagna e in Cina, dove abbiamo aperto la sede di Shanghai”, spiega Casu. Il futuro? “L’obiettivo per il prossimo anno è crescere ancora, continuare il processo di trasformazione dell’azienda da un piccolo atelier di design e carrozzeria in un’azienda integrata in grado di sviluppare veicoli con qualsiasi tipo di trazione in tutto il mondo e per tutto il mondo” afferma l’amministratore delegato di Italdesign.

“La nuova normalità è fatta di cambiamenti continui e sempre più repentini. Qualsiasi industria deve attrezzarsi per essere agile, pronta ad accettare il cambiamento, a capirlo e a cavalcarlo. È uno tsunami, possiamo stare fermi a guardarlo, forse sopravviviamo o magari no, oppure provare a cavalcare quest’onda. Non so cosa comporterà la transizione verso l’elettrico, ma è una trasformazione irreversibile. È un’opportunità, non un pericolo”. Insomma, per Casu si tratta di affrontare la sfida non certo di demonizzare la situazione. “Dobbiamo cavalcare l’onda per trasformare parte della nostra filiera. Non si deve essere pessimisti, resistere è un atteggiamento passivo. Bisogna cambiare prospettiva, utilizzare il tempo che è davanti a noi per creare business alternativi”, spiega il ceo di Italdesign. “Gli indirizzi governativi a tutti i livelli dovrebbero essere improntati a una neutralità tecnologica – osserva – perché questo stimola a trovare soluzioni. Un mix di soluzioni potrà garantire resilienza e flessibilità al sistema, tutto ciò che porta a un monopolio è pericoloso. Il governo italiano fa bene a puntare sulla neutralità tecnologica e su una competizione sana tra tecnologie che non penalizzino l’industria del Paese, ma se lo scopo è quello di guadagnare tempo, nel medio e lungo periodo è controproducente”. Secondo Casu, “avere delocalizzato in Paesi lontani ha impoverito la manifattura italiano ed europeo. Oggi c’è l’opportunità di rilocalizzare una parte delle attività produttive, dobbiamo produrre chip e microchip in ambiti più vicini a noi, accorciare la catena di approvvigionamento. Dobbiamo riportare vicino a noi attività produttive che abbiamo perso, avere più alternative nelle catene di forniture. Riusciamo a vendere servizi e competenze a prezzi più vantaggiosi, dobbiamo sfruttare questa carta”.

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