Un caffè ristretto
Juri Bossuto 07:00 Giovedì 20 Luglio 2023
Il Reddito di Cittadinanza è ormai arrivato alla fine dei suoi giorni. La misura sociale, presente in gran parte dell’Europa, è stata sin dall’inizio oggetto di violenti attacchi da parte del mondo politico e giornalistico della Destra. I media hanno dato risalto esclusivamente alle truffe attuate da coloro che percepivano il Reddito senza averne diritto (poche persone che sono state però raffigurate come la totalità dei beneficiari) sino a creare, ad arte, l’immagine stereotipata di un sussidio ideato per favorire i giovani che (secondo gli editorialisti più influenti) “passano l’intera giornata sul divano a guardare la televisione”.
In realtà, la misura assistenziale era rivolta alle fasce deboli del Paese, ed ha consentito agli stessi Servizi Sociali torinesi di contattare migliaia di famiglie che non avevano mai chiesto un aiuto poiché si vergognavano della propria condizione di povertà. Le verifiche disposte dagli uffici comunali, nei riguardi dei richiedenti, avevano fatto emergere un disagio economico (non simulato) dalle dimensioni molto più grandi di quanto si fosse inizialmente immaginato. I detrattori marchiavano ugualmente tutti i percettori dell’assegno con la parola “Parassiti”, termine rispolverato forse involontariamente dalle pagine del Mein Kampf, addossando al contributo di Stato anche la responsabilità di allontanare intere generazioni dal mondo del lavoro: campagna mediatica diffamatoria (ben orchestrata) che ha condotto all’abolizione del “Reddito di Cittadinanza” senza colpo ferire.
I maggiori testimonial del partito anti-Reddito sono stati soprattutto gli imprenditori abituati a far gran uso di personale a chiamata o stagionale; capitani d’azienda turbati dall’idea di dover stipendiare i propri dipendenti precari con buste paga più ricche. Per costoro il timore era che i giovani scegliessero un contributo, neppure sufficiente a pagare una locazione con incluse le bollette, piuttosto che farsi sfruttare in cambio di salari sotto i limiti sindacali.
Il Governo Meloni recentemente ha dimostrato la propria sensibilità verso chi è costretto a scegliere tra generi alimentari e l’acquisto di libri scolastici per i figli. La premier, infatti, ha voluto testimoniare tale solidale vicinanza istituendo, tramite il Ministero dall’Agricoltura, una “Carta Acquisti 2023”, più nota al pubblico degli spot televisivi (pagati da Palazzo Chigi) con il nome “Dedicata a te”. Si tratta di una carta postale prepagata che contiene ben 382,50 euro, soldi spendibili su base annua e destinati a nuclei famigliari di almeno tre persone il cui ISEE non superi i 15.000 euro. Non matura il diritto chi percepisce già altri aiuti sociali o la Naspi, mentre viene data priorità alle famiglie in cui vi sia un minore nato di entro il 31 dicembre 2009. In sintesi, è stato istituito un fondo statale di 500milioni di euro per offrire un caffè al giorno, per un anno, ai capifamiglia in miseria.
Non fosse una situazione drammatica, ci sarebbe da ridere di fronte a un esecutivo che non ha la minima idea di quanto costi fare una spesa appena sufficiente per vivere. I 382,50 euro spariscono dalle tasche di un single in un mese, massimo due, pur acquistando lo stretto necessario per non svenire dalla fame. Un nucleo di tre persone divora quella cifra in pochissimo tempo, anche cercando i migliori prezzi nei discount. È offensivo, irriverente e fuori da ogni logica, pensare che erogando un pugno di euro all’anno si possa aiutare davvero qualcuno e non si elargisca invece un’elemosina, al pari del nobile settecentesco che lancia con disprezzo poche monete al popolano implorante. Allo stesso modo è umiliante l’aumento previsto per le pensioni sociali.
Mezzo miliardo a sostegno delle famiglie più deboli (trovato tra i capitoli dell’Agricoltura per evitare l’accusa di assistenzialismo), mentre si impegnano quote di bilancio decisamente più consistenti per le armi. Kiev riceve dall’Europa bonifici miliardari insieme a carri armati, droni, missili, lanciarazzi, batterie antiaeree sino a comporre un pacchetto di aiuti militari che equivale al valore della manovra finanziaria di uno qualsiasi degli Stati membri: un impegno ciclopico di fronte a cui il caffè giornaliero (da dividersi per almeno tre persone) diventa una barzelletta da avanspettacolo.
La guerra, in compenso, ha offerto un alibi perfetto agli speculatori di ogni fede e appartenenza politica. I prezzi delle bollette e dei generi di prima necessità sono lievitati così tanto da rendere inefficacie anche il defunto Reddito di Cittadinanza. La carta “Dedicata a te” è addirittura quindici volte inferiore all’assegnazione media mensile varata dal Governo Conte, e assomiglia a una caramella salata messa in mano ad un uomo che vaga nel deserto da tempo senza acqua né cibo.
Il Parlamento che sostiene l’esecutivo sembra voler avallare la visione della povertà che ministri come Santanchè rappresentano, senza alcuna vergogna, nelle interviste e nei salotti televisivi, ossia la raffigurazione di persone incapaci che meritano di essere meschine vittime dei propri limiti.
Lo Stato ha decretato che il popolo può vivere nutrendosi con un caffè ristretto al giorno, mentre ai ricchi si concede l’ennesimo condono fiscale e delle sanzioni non pagate: questa è la giustizia sociale secondo la bizzarra visione del Governo.