Spataro è in pensione ma resta sulle barricate: "No a carriere separate"
16:21 Lunedì 11 Settembre 2023L'ex procuratore di Torino non è uomo da giardinetti. E con altri magistrati a riposo continua la battaglia contro le riforme della giustizia. "È un problema falso perché sono al massimo una ventina i cambi di funzione". E allora perché opporsi?
“La separazione delle carriere? È un problema falso perché con i diversi interventi legislativi degli ultimi anni sono al massimo una ventina i magistrati che chiedono il cambio di funzione”. Anzi, “è una vera e propria impostura”. Così ha detto Armando Spataro, magistrato ordinario in pensione, tra i leader del Movimento per la giustizia, una delle correnti di sinistra, già procuratore di Torino, nel corso del suo intervento all’incontro “Magistrati a riposo. Contro la separazione delle carriere” che si tiene nella sede dell’Anm, in Cassazione.
Spataro ha spiegato: “Partire da un confronto grezzo dei diversi ordinamenti giudiziari non è giusto. In Belgio il pubblico ministero è nominato dal re, in Inghilterra è emanazione delle forze della polizia. In Francia la carriera è unica e il pm dipende dall’esecutivo, dipende dal ministro della giustizia”. Nei giorni scorsi diversi magistrati in pensione hanno sottoscritto un documento di contrarietà della magistratura nei confronti delle prospettate riforme per la separazione delle carriere tra pm e giudici. “Nessuno scontro tra magistrati e avvocati – ha sottolineato –. Ho sempre avuto rapporti splendidi con gli avvocati. Lavorando insieme si possono superare i problemi riguardo l’amministrazione della giustizia”.
A Sparato ha replicato il presidente dell’Unione delle Camere penali Giandomenico Caiazza: “La separazione delle carriere è uno schema che appartiene alla stragrande maggioranza delle democrazie, non solo in Europa. L’idea che la magistratura giudicante e quella inquirente appartengono a un solo corpo è una realtà minoritaria nelle democrazie contemporanee”. L’avvocato ha aggiunto di non ritenere tuttavia la separazione delle carriere “una sorta di panacea che miracolosamente risolva tutti i problemi dell’amministrazione della giustizia”. “Tutti i Paesi con un sistema accusatorio separano gli ordinamenti di accusa e giudizio e la nostra idea nasce dalla convinzione che il processo di tipo accusatorio esiga questa separazione. È poco credibile che il giudice terzo sia legato a una delle due parti, che la formazione sia comune, che lo sia il giudice disciplinare”. Nessuna intenzione però di sottoporre il pm al controllo dell’esecutivo: la proposta delle Camere penali, ripresa in più disegni di legge costituzionali, quattro dei quali ora all’esame della Commissione Affari costituzionali della Camera: “la norma costituzionale da noi scritta blinda l’autonomia del pm”, ha assicurato il leader dei penalisti, che ha detto anche di non condividere il sorteggio dei componenti togati del Csm previsto nelle proposte al vaglio del Parlamento. “È un’ipotesi che non condividiamo per nulla”.