VERSO IL 2024

Saracco si sfila dalle Regionali: "Grazie, ma ho altri progetti"

Blandito da una parte del centrosinistra che vedeva in lui il possibile sfidante di Cirio, il rettore del Politecnico esce di scena. Il suo nome nel sondaggio commissionato dal Pd. Anche alle scorse Comunali di Torino rinunciò alla vigilia del voto, aprendo la strada a Lo Russo

Tirato in ballo a sua insaputa. O forse un corteggiamento finito male. Chissà, ma poco importa. Guido Saracco si sfila dalla bagarre (pre) elettorale e dichiara di non essere interessato a competere alle prossime elezioni regionali del Piemonte. Un po’ com’era successo per le amministrative di Torino del 2021 il nome del rettore del Politecnico è circolato con insistenza per mesi, chi lo vedeva bene a interpretare lo sfidante “civico” contro il centrodestra di Alberto Cirio, chi addirittura accarezzando l’ipotesi di una staffetta con l’attuale governatore nel caso di una sua promozione europea. Ora come allora, a stoppare voci e progetti è lo stesso Saracco.

“Negli ultimi mesi il mio nome è stato più volte accostato alla possibilità di concorrere alle prossime elezioni regionali, fino a essere recentemente oggetto di sondaggi elettorali – scrive in una nota il numero uno di corso Duca degli Abruzzi –..Sono grato della considerazione e stima da molti dimostratami, stima che penso in larga parte determinata dall’essere al vertice di un Ateneo che con un grande gioco di squadra ha nei fatti dimostrato in questi anni di essere vicino ai cittadini e alle istituzioni pubbliche e private del nostro territorio e del nostro Paese”. Lusingato dalle attenzioni, Saracco però non vuole distogliere il suo impegno al Poli, soprattutto in questa fase in cui si prepara la sua successione: “Intendo continuare a garantire una guida ferma e indipendente al Politecnico fino alla fine del mio mandato per diversi motivi. Sono stati avviati importanti progetti sia a livello locale (città della manifattura e della mobilità sostenibile a Mirafiori, città dell'aerospazio in Corso Marche in primis) sia a livello internazionale (attrazione di talenti per il contrasto della denatalità) che hanno generato sinergie di importanza strategica e richiedono la mia attenzione. Stiamo predisponendo un bilancio economico preventivo che ha oramai assunto un volume e un impatto importante non solo per il nostro Ateneo, ma anche per il suo contesto territoriale di riferimento. Ritengo infine sia da curare con la massima attenzione il passaggio di consegne con chi sarà eletto o eletta per sostituirmi alla guida del Politecnico”.

La sensazione è che il nome di Saracco sia stato speso un po’ a vanvera, senza prima essersi accertati della sua reale disponibilità, più per tatticismi interni alla coalizione di centrosinistra prima che per reali convinzioni. Manovre che non sono piaciute al professore, il quale si è sentito in diverse occasioni tirato per la giacchetta in una partita che poco aveva a che fare con quel progetto di Piemonte del futuro a cui da tempo si sta dedicando. Solito giochetto dei soliti noti, che ha trovato sponda in qualche giornale. Del resto, era abbastanza noto che mai il rettore si sarebbe buttato in un’impresa del genere allo sbaraglio, men che meno contro Cirio, col quale coltiva un solido legame di reciproca stima e collaborazione.

Sul futuro di Saracco, unanimente riconosciuto come figura di valore di cui Torino e il Piemonte non possono privarsi, si aprono diverse prospettive, tra le quali succedere a Francesco Profumo, suo predecessore al Poli, alla guida della Compagnia di San Paolo. A luglio il suo nome era stato fatto al ministro Matteo Salvini per la direzione di Telt, società italo-francese che sovrintende la Tav Torino-Lione, dopo la morte di Mario Virano, scomparso il 30 giugno, La cosa non andò in porto soltanto per questione di tempi strettissimi dettati dalla concertazione tra i due Paesi e dalla necessità di non lasciare vacante troppo a lungo la guida.

print_icon