ECONOMIA DOMESTICA

Cooperative in calo a Torino,
i giovani non ci credono più

Diminuisce il numero di imprese e non solo a causa dei processi di aggregazione. Non ne nascono di nuove e il modello societario è poco attrattivo. Quelle che resistono, però, stanno bene: hanno un fatturato alto, assumono e sono ottimiste

Le cooperative torinesi continuano a diminuire: in dieci anni 1 su 4 ha chiuso. Un po’ perché ci sono state aggregazioni, ma soprattutto perché non ne nascono di nuove. Il modello cooperativo non convince soprattutto i giovani. Quelle che resistono, però, stanno bene: hanno un fatturato alto, assumono e sono ottimiste. È il quadro che emerge dall’indagine della Camera di Commercio di Torino con Agci Piemonte, Confcooperative Piemonte Nord e Legacoop Piemonte, presentata a Palazzo Birago.

Nel primo semestre sono 1.168 le imprese cooperative a Torino, in calo del 2,4% rispetto al 2022 (meglio del primo semestre quando il calo era del -3,2). Nel 2022 hanno generato 2,7 miliardi di euro in valore della produzione e hanno dato lavoro a 41.800 addetti. È quello dei servizi il settore in cui converge più della metà (52%) del valore della produzione e quasi il 90% degli addetti. Quasi il 70% delle cooperative intervistate ha problemi di reperimento di personale anche per professionalità basse soprattutto nell'assistenza personale.

“C’è un’attenzione marcata ai temi della sostenibilità ambientale che porta oltre il 40% delle cooperative a prevedere investimenti in questo ambito, sia in ottica di risparmio energetico e riduzione delle emissioni sia per migliorare l'immagine e il posizionamento aziendale”. spiega Dario Gallina, presidente della Camera di commercio di Torino. Secondo Dimitri Buzio, presidente di Legacoop Piemonte “la cooperazione ha saputo resistere e rispondere positivamente alle difficoltà degli ultimi mesi. La ripresa di settori come turismo e cultura confermano che anche l’onda lunga della pandemia è ormai superata, mentre i trend del primo semestre 2023 fanno sperare in un anno di ulteriore crescita”.

Ma si scorgono segnali negativi. “Si cominciano a intravedere crepe preoccupanti. La reazione passerà dalla capacità di creare controtendenza sul fronte delle cooperative femminili e soprattutto giovanili. Sarà indispensabile sostenere questo percorso con importanti sostegni, in tutti i settori, alle iniziative formative, alla diversificazione dei mercati, alla sostenibilità ambientale e alla transizione digitale” osserva Giovanni Gallo, presidente di Confcooperative Piemonte Nord. Secondo Giuseppe D’Anna, presidente di Agci Piemonte Associazione Generale Cooperative, “la fotografia è quella di un Paese certamente inquieto dove crescono i timori, ma che complessivamente vede rafforzarsi i sentimenti di fiducia, serenità, accettazione e aspettativa positiva”.

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