Venti città piemontesi tra le 265 che recuperano tributi statali

Se Torino è tra le città al top dell'efficienza nel recupero dell'evasione e elusione fiscale dei grandi tributi statali, con un ritorno nelle proprie casse di 162.672, non è l'unica città piemontese ad agire in questo senso. Fermo restando che, secondo i dati del 2022 il contributo dei Comuni italiani a tale recupero è stato di solo 6 milioni di euro, praticamente lo 0,007 per cento dei 90 miliardi che ogni anno i trasgressori del fisco trattengono indebitamente. Il dato è stato elaborato dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia) e bisogna tenere conto del fatto che nelle casse comunali finisce ogni anno metà delle imposte nazionali (Irpef, Ires, Iva e le imposte di registro/ipotecarie e catastali) recuperate grazie a loro. Gli altri Comuni piemontesi che sono nella lista dei soli 265 Comuni italiani che hanno lavorato in tal senso e hanno ricevuto un importo per quanto recuperato sono, in ordine di cifra, nel Torinese Carmagnola 5.842 euro, Ciriè 5.237 euro, nel Cuneese Bra 4.571 euro, Boves 3.685 euro, nel Torinese Avigliana 3.358 euro, Ceres 2.859 euro, Orbassano 2.637 euro, Castelnuovo Calcea (Asti) 2.221 euro, nel Torinese Collegno 1.130 euro, Chivasso 479 euro, Biella 308 euro, Alessandria 236 euro, Varzo (Vco) 229 euro, San Mauro Torinese 183 euro, Macugnaga (Verbania) 125 euro, Verbania 108 euro, Varallo (Vercelli) 83 euro, Calosso (Asti) 58 euro, Domodossola (Vco) 50 euro, Novara 25 euro. Le regioni che secondo il rapporto risultano meno interessate dalla piaga dell'abusivismo edilizio sono state il Piemonte e la Valle d'Aosta, tutte e due con il 4,2 per cento. Rapporto che evidenzia come le amministrazioni comunali, "con piante organiche ridotte all'osso e del tutto impreparate ad affrontare queste tematiche" renda "per molti sindaci ricorrere a questa misura pressoché impossibile".

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