Regioni: "Controlliamo noi le Asl". Direttori a rapporto in Piemonte
Stefano Rizzi 07:00 Mercoledì 03 Luglio 2024Decreto "Liste d'attesa", braccio di ferro col ministro Schillaci sulle verifiche da parte di Agenas. Il nuovo assessore regionale Riboldi annuncia convocazioni settimanali dei vertici delle aziende. "Massima collaborazione, ma necessario rigore". In ritardo il nuovo Cup
“Grazie, ma spetta a noi controllare le Asl”. Le Regioni non ci stanno a vedersi “commissariate” per mano di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, nella verifica sull’operato delle aziende sanitarie sul fronte delle liste d’attesa, come previsto nel decreto del ministro Orazio Schillaci. “Quando lo Stato controlla le Regioni fa il suo mestiere quando lo Stato controlla le Asl fa il mestiere delle Regioni”, ha detto davanti alla commissione Affari Sociali del Senato, Raffaele Donini, coordinatore per il settore Salute in seno alla Conferenza delle Regioni, mettendo sul tavolo delle trattative la pistola del ricorso alla Corte Costituzionale.
Una minaccia che, quasi certamente, non verrà attuata essendo altrettanto probabile che tra gli emendamenti al testo trovi spazio la riscrittura del contestato articolo 2 con l’attribuzione alle Regioni di quei controlli e ispezioni sulle aziende sanitarie che gli enti territoriali rivendicano, ma che allo stesso tempo appaiono quanto mai cruciali per il raggiungimento degli obiettivi che il piano del Governo si prefigge.
Seppure non strettamente collegata alla discussione in atto tra Regioni e Governo, si può leggere come ulteriore conferma della rivendicata titolarità (e necessità) a esercitare un controllo costante sulle aziende sanitarie, uno dei primi passi dell’appena insediatosi assessore alla Sanità del Piemonte. “Possiamo parlare di un tavolo permanente tra Regione e Asl”, spiega Federico Riboldi allo Spiffero preannunciando la sua intenzione di “incontrare, tutti insieme, una volta alla settimana, i direttori generali per confrontarci e per avere costantemente la situazione aggiornata e assumere le misure necessarie, ma anche valutare risultati e criticità. A partire proprio dalle liste d’attesa, ma non limitandosi solo a questo”.
Una chiamata settimanale a rapporto che, se verrà mantenuta a sistema anche dopo la fase di avvio del secondo mandato da governatore di Alberto Cirio, potrebbe rappresentare un mezzo per evitare quell’eccesso di arbitrio e carenza di omogeneità che non di rado ha contraddistinto l’operato di più di un vertice aziendale, altrettanto spesso contribuendo ad accrescere i problemi anziché risolverli. “Io sono a disposizione 24 ore su 24, ma – avverte Riboldi – credo sia giusto, per rispetto dei cittadini e per dare loro le risposte attese, che ciascuno faccia la sua parte. Quindi massimo spirito di collaborazione, ma anche il necessario rigore”.
Un avviso ai naviganti (di lungo corso e d’ogni mare), quello in arrivo dal nuovo assessore che finisce con l’incrociarsi proprio con la prossima applicazione delle regole fissate nel decreto del ministro. E qui, al di là del contestato punto inerente il controllo sulle Asl, per non pochi aspetti il Piemonte è già avanti rispetto al piano Schillaci. Da tempo sul territorio regionale le prestazioni aggiuntive dei medici sono state portate dagli 80 euro previsti a livello nazionale a 100 anticipando l’incremento previsto nel testo pronto alla conversione in legge. Anche sul fronte del monitoraggio dei tempi per ogni singola tipologia di prestazione, la direzione regionale della Sanità in capo ad Antonino Sottile ha avviato la procedura e ad agosto è previsto il primo report mensile. La stessa istituzione del Cup unico regionale, altro punto del decreto, vede il Piemonte usarlo da già tempo, anche se su questo fronte le criticità non mancano e pure qualche annunciato ritardo.
L’inadeguatezza conclamata del sistema è nota a tempo, lo stesso Cirio ha indicato il nuovo Cup come uno dei primi obiettivi del secondo mandato. Il contratto con l’attuale fornitore scadrà a settembre, ma la gara per quello nuovo ancora non c’è. La predisposizione del bando è affidata ad Azienda Sanitaria Zero, diretta da Adriano Leli, ma sembra che i bandi potrebbero essere più d’uno, con lo spacchettamento del software dal personale e, probabilmente, anche dalla rete telematica. Di certo il nuovo servizio non sarà pronto per sostituire, a scadenza, naturale quello in uso. Insomma, a superare i tempi non sono solo le liste d’attesa, ma pure il sistema che dovrebbe contribuire e ridurli.