CRONACA VERA

Shooting per campagne anti violenza. Modelle stuprate da agente di Alba

Abusi su 5 ragazze attirate con la scusa di servizi fotografici. Ma i casi potrebbero essere molti di più. Arrestati titolare di agenzia di moda e un collaboratore. Adescate con il pretesto di realizzare video di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne

Avrebbero abusato di giovani donne, dopo averle attirate con il pretesto di realizzare servizi fotografici e video, per giunta con la scusa di una campagna di sensibilizzazione contro la lotta alla violenza sulle donne. Chi esitava a spogliarsi veniva convinta col fatto che le immagini sarebbero servite per realizzare un cortometraggio contro la violenza sulle donne da diffondere anche su canali istituzionali. A quel punto però il fotografo metteva in atto le aggressioni sessuali e almeno in un caso è stato protagonista anche un suo collaboratore.

È questo lo scenario denunciato dalle cinque aspiranti modelle che si erano rivolte a un’agenzia nel Cuneese, la MIA Models Italian Academy di Corneliano d’Alba (Cuneo). Il fotografo, Paolo Ferrante, 46 anni, in carcere, è tra i due arrestati dai carabinieri di Alba (Cuneo) su mandato della procura di Asti per violenza sessuale, anche di gruppo. Il collaboratore, ai domiciliari, Daniele Ferrero ha 36 anni ed è di Bra. Gli investigatori parlano di modalità di agire da parte dei due “particolarmente insidiose”, dopo avere attirato le ragazze con la promessa di servizi fotografici a pagamento. I due indagati sono attivi da anni: la sede dell’agenzia coincideva con l’abitazione del fotografo, nell’Albese. Nessuna delle ragazze risiede in provincia di Cuneo e si tratta di giovani donne che avevano già avuto esperienze nel settore ed erano state attirate dalle offerte pubblicate su siti di annunci lavorativi e anche sui social. Al momento risultano cinque le ragazze violentate, ma gli investigatori invitano eventuali altre giovani abusate a rivolgersi alle forze dell'ordine

I fatti, che sarebbero stati commessi tra l’aprile del 2023 e il febbraio di quest’anno, coinvolgono cinque giovani donne. Secondo gli inquirenti però i casi possano essere più numerosi e riferiti anche a donne che non hanno denunciato la violenza. A loro si rivolgono gli inquirenti, invitandole a rivolgersi alla procura o al comando dei carabinieri di Alba. “La sensazione è che questa sia solo la punta dell’iceberg. Se ci sono altre ragazze che hanno subito violenza o abusi, devono farsi avanti e denunciare: noi siamo a disposizione”, è l’appello del procuratore capo di Asti, Biagio Mazzeo. I magistrati prima di intervenire hanno proceduto cercando tutti i riscontri probatori necessari e dal materiale raccolto l’indagine sembra essere solo all’inizio. L’inchiesta era stata aperta dopo che una delle ragazze aveva trovato la forza di denunciare l’accaduto ai carabinieri, poi si sono aggiunte le altre. Le cinque donne che finora hanno denunciato gli abusi sessuali, tutte maggiorenni, erano cadute nella trappola dell’opportunità di partecipare a servizi fotografici e cinematografici per una campagna proprio sul contrasto alla violenza sulle donne. Nei prossimi giorni ci saranno gli interrogatori di garanzia dei due indagati.

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