FINANZA & POTERI

Dopo i compiti tutti a casa.
Il piano del Mef per la Crt

Recepite le prescrizioni, modificate le regole per garantire trasparenza e contrastare conflitti d'interesse, gli organismi in carica dovranno prendere atto di essere espressione di norme superate. E quindi decadranno. Nuove designazioni entro l'anno

Azzeramento di tutti gli organismi. Questo l’epilogo di quel processo graduale che il mite Giancarlo Giorgetti aveva prospettato giorni fa per sbrogliare la matassa in Fondazione Crt. E il finale, almeno nelle intenzioni del ministro, è già scritto: una ripartenza da zero, con annullamento di tutte le cariche sociali in essere e nuove designazioni entro la fine dell’anno. Una sorta di “rifondazione” della Fondazione, basata su nuove regole e di conseguenza su nuovi profili in ogni sua ramificazione istituzionale.

Autorevoli fonti del Mef spiegano, infatti, che al ministero si ritenga che concluso in maniera soddisfacente l’iter, con il totale recepimento delle prescrizioni dettate alla cassaforte della torinese via XX Settembre, ineludibile ulteriore passaggio sia quello del voto. Nello schema del Tesoro, insomma, c’è la decadenza del cda, così come del consiglio di indirizzo. A sostegno di questa visione che, giocoforza, dovrà essere tramutata in atti, ci sarebbe la considerazione del fatto che questi organi sono espressione di statuto e regolamento precedenti, entrambi superati dalle nuove versioni che dovranno essere approvate dal ministero stesso. 

Il temuto e paventato commissariamento pur restando, come si vedrà, nel novero delle eventualità dovrebbe essere superato da un provvedimento, se possibile, ancora più dirompente. Vero, infatti che la strada commissariale resta e aleggia sul documento, composto da diverse pagine, inviato dal Mef alla Crt con la disposizione di adempiere a tutte le indicazioni. Ma è proprio nel caso in cui le stesse prescrizioni non venissero attuate che scatterebbe la nomina del commissario ed è oggettivamente difficile immaginare un ente che, con quello che è capitato, non ottemperi a quanto disposto dall’autorità di vigilanza. Nella nota in cui si è data notizia dell’invio dei precetti, evocando a monito la vicenda del commissariamento del Banco di Napoli, viene sottolineato come “la scelta operata dal Mef risponde ai principi di gradualità ed è rispettosa dei confini dell’azione che il ministero può mettere in campo”, rimarcando inoltre come l’obiettivo sia quello di “fare luce e chiarezza su tutta la vicenda Crt che – viene ricordato – è anche al centro di un’inchiesta della magistratura”.  

Molte le questioni affrontate e le situazioni da rivedere a detta del ministero, dopo la tempesta che aveva portato alle dimissioni del presidente Fabrizio Palenzona aprendo un vero e proprio vaso di Pandora nello scrigno subalpino. Nel mirino ci sono le nomine di consiglieri di amministrazione nelle partecipate, i potenziali conflitti di interesse, i requisiti di professionalità e onorabilità non adeguatamente declinati e probabilmente disattesi, Persino la più recente designazione, quella di Maria Cristina Zoppo alla presidenza di Ream, oltre a ragioni di opportunità (siede nel cda di Intesa Sanpaolo, banca concorrente di Unicredit, di cui Crt è azionista), a quanto pare sarebbe avvenuta non ottemperando alle disposizioni del Mef.

Un quadro che ha portato il Mef ha concentrare l’attenzione sulle potenziali incompatibilità chiedendo norme più stringenti, ma anche sulle modalità di selezioni dei consiglieri. Rimarrà ancora il sistema delle terne? Questo è solo uno dei tanti interrogativi, tra cui c’è pure quello sulla nomina di colei che ha “sostituito” il vituperato Corrado Bonadeo, l’ex palenzoniano, promotore del famigerato “patto occulto” e per questo dimessosi, ovvero Patrizia Polliotto, legata da stretta amicizia con Bima (e con la neo presidente di Crt Anna Maria Poggi) nonché consorte dell’ex senatore di Forza Italia Aldo Scarabosio.

La road map tracciata dal Mef prevede che da via XX Settembre si provveda a tutte le modifiche statutarie e regolamentari richieste entro il prossimo 22 agosto, imponendo quindi termini assai stretti. Ma è altrettanto vero che anche tenendo conto del periodo in cui si concentrano le ferie e le necessità di dirigenti e funzionari della fondazione, questo termine possa avere una certa elasticità. Da parte del Mef ci sarebbe una certa disponibilità a poter allungare un poco la scadenza, perché in fondo quel che preme al Mef non è un giorno in più o uno in meno, ma la conclusione della intricata vicenda. E quel finale, per il ministero di Giorgetti, non può che essere una ripartenza. Da zero, però.

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