GLORIE NOSTRANE

Fassino paga caro il profumo: "Ferito da tanta aggressività"

L'ex sindaco di Torino chiude con una riparazione pecuniaria di 500 euro il presunto furto della boccetta di Chanel. "Non è un'ammissione di colpa", spiegano i difensori, ma evitare che con il processo prosegua la gogna mediatica: "L'ha già scontata"

“Resta l’amarezza per l’aggressività, che mi ha molto ferito, con cui è stata trattata la vicenda”. Non è stato facile per Piero Fassino, affrontare le accuse mosse nei suoi confronti nei mesi scorsi ma ancor più la congerie di cattiverie, meme, scherni di ogni tipo e malignità che hanno accompagnato un episodio dai contorni mai del tutto chiariti, quello relativo al presunto furto di un profumo. “Sull’episodio occorsomi il 15 aprile scorso al Duty Free dell’aeroporto di Fiumicino – si legge nella nota dell’ex sindaco di Torino – i miei avvocati hanno già chiarito, anche nel merito, il significato del ricorso all’articolo 162-ter, quale istituto previsto dalla legge”. Stando ad alcune indiscrezioni circolate nelle scorse ore, la vicenda potrebbe chiudersi a breve con il pagamento di una multa di 500 euro. “Tutta la mia vita – prosegue Fassino – fa fede della onestà della mia coscienza. E chiunque mi abbia conosciuto può testimoniare della assoluta correttezza e buona fede a cui ho sempre ispirato i miei comportamenti”. Del resto, nessuno sano di mente potrebbe pensare che il Lungo, tignoso capo dei comunisti torinesi, ultimo segretario nazionale dei Ds, parlamentare e uomo di governo, sia diventato un ladro da supermercato. Altre sono le ragioni. Un incidente, brutto, ma che non può certo macchiare la fedina di una onorata carriera politica.

L’istanza del legale Fulvio Gianaria è stata presentata dopo la visione del video che riprende Fassino dentro il duty free. “Davanti a un video che è molto equivoco, dove sembra che siamo davanti a una dimenticanza – dice l’avvocato – abbiamo intrapreso questa strada per non affrontare un processo e la sua portata mediatica”. Estinguere il reato di tentato furto con una riparazione pecuniaria “è un istituto previsto dal codice e per noi non è una ammissione di colpa: tra l’affrontare nuovamente una manfrina con i giornalisti per un profumo, questa ci pare la cosa migliore, è una scelta dettata anche dalla volontà di togliere ulteriore stress al mio assistito che ha già scontato in anticipo”, spiega Nicola Gianaria che con il padre assiste l’esponente del Pd. Quanto all’accusa di altri furti di profumi da parte del suo assistito, il legale di Fassino smentisce tutto: “È una storia che è nata all’inizio delle indagini da dichiarazioni mai riscontrate fatte all’interno del duty free ma non ci sono video, né il mio assistito è mai stato fermato, non so come abbiano potuto affermare queste cose. C’è solo un unico episodio che è stato contestato e noi, dopo la decisione del gip, speriamo non se ne riparli mai più”.

La vicenda oggetto della denuncia è avvenuta la mattina del 15 aprile. Secondo l’accusa, Fassino era in attesa di un aereo per Strasburgo. Quel giorno il deputato del Pd, dopo aver superato i controlli, si è fermato al duty free, dove ha preso un profumo da donna da oltre 100 euro: “Volevo comprarlo per mia moglie”, specificherà. In quel momento, sarebbe squillato il cellulare: “Avendo il trolley in mano e il cellulare nell’altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse”. Qui però emergerebbe una discrepanza tra le versioni di Fassino e dell’azienda. Secondo l’accusa infatti Fassino si sarebbe allontanato oltre le casse, cosa che ha fatto scattare l’allarme anti-taccheggio. E intervenire il vigilante, che l’ha bloccato. Ne sarebbe nata una discussione, accorata ma educata e civile, in cui il deputato avrebbe provato a spiegare di non avere avuto alcuna intenzione di rubare il profumo, e anzi avrebbe anche chiesto di pagarlo e persino di comprarne due proprio per dimostrare la sua buona fede. I responsabili del duty free però hanno sporto denuncia.

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