CHIUSURA FREJUS: VERTICE TRA TAJANI, CIRIO E GAY

Si allungano i tempi per la messa in sicurezza del Frejus e la riapertura potrebbe avvenire non prima del primo trimestre del 2025, sempre che non si verifichino nuovi rischi geologici. Rocce o massi potrebbero staccarsi e cadere al suolo e finché permangono questi rischi non è possibile ipotizzare la riapertura e, di conseguenza, le ferrovie francesi non saranno in grado di ripristinare la propria infrastruttura – binari, catenaria, reti di rilevamento, cavi di segnalamento e testata della galleria – né tantomeno di far circolare i treni. Almeno finché i lavori di messa in sicurezza della falesia di Praz nella Maurienne, dove nell’agosto 2023 ci fu la grande frana, non saranno sufficientemente avanzati. La galleria de la Breche, dove è interrotta la ferrovia, pochi chilometri al di là del Frejus, è lunga 300 metri. La ferrovia, su cui transitano i treni ad alta velocità tra Torino e Parigi, è bloccata da Oulx a Saint-Jean de Maurienne. Su quel tratto Sncf Voyageurs gestisce un bus sostitutivo per i passeggeri dell’alta velocità.

Una situazione che mette in seria difficoltà i collegamenti tra Italia e Francia, compromettendo gli scambi commerciali soprattutto del Piemonte. Per fare il punto e concordare un’azione comune questa mattina il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha ricevuto al quarantesimo piano del grattacielo il presidente dell’Unione Industriali Torino, Marco Gay, un incontro a cui si è collegato il vicepremier e ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani. “Abbiamo condiviso con il governo la preoccupazione per i tempi lunghi comunicati dalla Francia per la riapertura dei collegamenti sul Frejus, e offerto la disponibilità di Torino e del Piemonte a offrire tutto il supporto tecnico e ingegneristico che dovesse essere necessario per accelerare i tempi di riapertura della ferrovia che rappresenta un tassello quanto mai strategico sia dal punto di vista turistico, sia per le nostre imprese che ormai da mesi usano altre vie per far viaggiare le merci”, ha affermato Cirio, “il vicepremier Tajani ci ha assicurato il massimo impegno dell’Italia e ha confermato la disponibilità, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, ad affrontare in maniera sistematica il tema dei collegamenti tra il Piemonte e la Francia, anche alla luce della chiusura, a partire dal 2 settembre, del traforo del Monte Bianco”. Al netto dell’impegno “costante” di Governo e Regione “le ultime notizie purtroppo tradiscono le aspettative anche di Confindustria e delle imprese dei due Paesi”, afferma Gay, “perché tra Italia e Francia c’è un asse economico e industriale tra i più importanti al mondo, e deve tornare alla normalità quanto prima per sostenere al meglio anche l’attrattività della nostra regione verso nuovi investimenti ed investitori, oltre che l’export”.

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