ECONOMIA DOMESTICA

Intelligenza Artificiale top secret. Fondazione poco "trasparente"

Nella pagina web della nuova fondazione AI4Industry di Torino manca l'apposita sezione. E così non è possibile conoscere emolumenti e costi. Per le biografie ce la si cava con rimandi a Wikipedia. E il management sarà scelto prima del direttore

L’intelligenza artificiale ha un problema di trasparenza. No, non è un’affermazione sui massimi sistemi, sulle prospettive fosche o addirittura distopiche sull’intelligenza artificiale. Più prosaicamente, si tratta della sezione trasparenza del nuovo sito della Fondazione Ai4Industry, il nuovo centro da 20 milioni di euro (pubblici) all’anno con sede a Torino che farà da connettore tra le novità della tecnologia e le applicazioni per le aziende. Una sezione che non c’è.

Il sito, nell’indifferenza generale, è online da qualche tempo. È scarno, con un’interfaccia grafica ancora poco sviluppata. Unica eccezione, la galleria di Diana col classico pavimento a rombi che si specchia in se stesso. Chissà se avranno assoldato un grafico per farla o se è bastata l’Ai. Difficile saperlo, visto che nel sito non si parla di soldi se non in modo implicito, nella presentazione generale, dove si menziona la necessità di attrarre talenti nella neonata fondazione e la volontà di farlo tramite “Internationally competitive salaries” e “performance bonuses”, ma senza nulla di concreto. In questo caso però c'è almeno una scusante. Le call per i ricercatori sono ancora di là da venire: ne sono previste due, la prima a dicembre 2024 e la seconda a febbraio 2025, con chiusura rispettivamente in primavera e in estate 2025. Insomma, per l’operatività completa della nuova fondazione servirà ancora un anno buono.

Ma le retribuzioni sono ignote anche per gli organi già in carica, a cominciare dal presidente Fabio Pammolli, economista e professore al Politecnico di Milano nonché consigliere del titolare del Mef Giancarlo Giorgetti. A fargli compagnia nel board siedono Giovanni Anastasi, Andrea Bertolini, Duilio Paolino. Compensi sconosciuti anche per quanto riguarda l’Advisory board, quel consiglio scientifico i cui sette membri sono così piaciuti al presidente della Compagnia di San Paolo Marco Gilli. In questo caso è palese che il sito sia ancora un work in progress: in due casi le biografie dei consiglieri scientifici rimandano alla pagina di Wikipedia.

A capo dell’Advisory board è stato messo Simone Ungaro, un passato nelle big four del consulting e poi, per dieci anni, da direttore dell’Istituto italiano di tecnologia. Da ottobre 2023 è Cfo di Leonardo, e si vocifera sia uomo legatissimo all’Ad Roberto Cingolani, ex ministro della Transizione ecologica in quel Governo Draghi dove entrò in quota grillina per uscirne da fratello d’Italia di complemento, visto che all’entrata in carica la premier Giorgia Meloni lo ha voluto subito come consigliere del Governo per l’energia per poi, nell’aprile 2023, metterlo alla guida di Leonardo. Dove pochi mesi dopo ha nominato Ungaro Cfo.

C’è poi la sezione delle call per le assunzioni dei dirigenti. Anche qui si riservano sorprese: se le candidature a direttore di Ai4Industry, colui che sarà la principale figura operativa, scadranno il 30 settembre, quella per i vari manager e anche per l’assistente personale del futuro direttore sono appena concluse, lo scorso 5 agosto. C'è da sperare che il braccio destro gli vada a genio. E che la paga sia congrua.

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