Il braccino corto di Città della Salute: niente 20 euro di aumento ai medici
13:41 Venerdì 09 Agosto 2024La Regione ha portato da 80 a 100 euro la remunerazione delle prestazioni per la riduzione delle liste d'attesa. Tutte le aziende si sono adeguate, meno quella diretta da La Valle. La protesta dei sindacati. Dal grattacielo partite disposizioni perentorie
Tutti i medici che lavorano negli ospedali piemontesi hanno visto aumentare la remunerazione oraria per le prestazioni aggiuntive, finalizzate alla riduzione delle liste d’attesa, da 80 a 100 euro lordi. Tutti eccetto i camici bianchi della Città della Salute di Torino, i quali fino ad oggi hanno continuato a percepire 20 euro in meno dei loro colleghi.
Un’anomalia che pare non trovare una valida motivazione per sostenere una posizione, da parte dell’azienda diretta da Giovanni La Valle, in evidente contrasto con quanto stabilito dalla Regione Piemonte. Ai primi di maggio, infatti, con un provvedimento della precedente giunta era stato siglato un accordo con i sindacati dei medici per aumentare la remunerazione delle prestazioni aggiuntive a 100 euro lordi l’ora. Salutato molto positivamente dalle rappresentanze di categoria, l’accordo è stato applicato ovunque, ma non alla Città della Salute dove a fronte di quello che è difficile non definire un mancato recepimento di una disposizione regionale i sindacati hanno chiesto ripetutamente conto alla direzione, sollecitando l’adeguamento della remunerazione, senza tuttavia sortire alcun esito.
Tra le ragioni del mancato adeguamento, secondo alcune versioni, ci sarebbe la difficile situazione finanziaria della grande azienda ospedaliera, per questo motivo da tempo sottoposta a un piano i efficientamento. Ma se così fosse, sarebbe stata la Regione a dover prevedere la non applicazione dell’accordo per la Città della Salute, anche se questo avrebbe facilmente aperto una questione sulla disparità di trattamento del personale medico rispetto a quello del resto del Piemonte.
Secondo alcune fonti vicine all’assessorato alla Sanità, ci sarebbero state versioni differenti e contraddittorie fornite agli uffici regionali proprio sull’applicazione dell’aggiornamento della paga oraria dei medici e ciò non avrebbe certo a mitigare il nervosismo, suscitato dalla vicenda, che ai piani del grattacielo dove si governa la sanità in queste ore sarebbe palpabile. “Nonostante le nostre ripetute sollecitazioni – si legge in una nota del sindacato Cimo – la direzione aziendale persevera nel proporre le prestazioni aggiuntive a 80 euro, anziché 100, mentre tutte le altre aziende del Piemonte si sono adeguate”. Il sindacato, insieme alle altre sigle, si rivolge al governatore Alberto Cirio e all’assessore Federico Riboldi. Nelle scorse ore, a quanto risulta, dagli uffici del grattacielo sarebbero partite disposizioni chiare verso corso Bramante, che non lascerebbero dubbi sulle disposizioni della Regione e sulla necessità di una loro applicazione, senza eccezioni.