LA SACRA RUOTA

Rallenta l'elettrica, cresce l'ibrido.
Auto in stallo, male Stellantis

Flessione per i mezzi a benzina e diesel, scesi dal 50% al 46%. Fra i brand perdono quota Fiat (-25,6%), Alfa Romeo (-21,9%), DS (-24,9%) e Maserati (-48%). In calo anche Renault (-1,7%), in crescita invece Toyota (+21,9%), Bmw (+2,8%) e Mercedes. Le previsioni

Rallentamento per le auto elettriche in Ue, la cui quota di vendita cala al 12,1% del totale, dando spazio al traino delle ibride che hanno aumentato la loro quota di mercato, passando dal 25,5% al 32%. Questi i dati aggiornati forniti da Acea, European Automobile Manufacturers Association.

A luglio, le ibride plug-in rappresentavano il 6,8% del mercato automobilistico totale, in calo rispetto al 7,9% dello scorso anno, con 57.679 unità vendute. Appena un anno fa, nel settembre 2023, il mercato delle auto elettriche aveva, invece, segnato a sua volta un balzo in avanti di quasi il 21%. La quota complessiva di auto a benzina e diesel è scesa dal 50% al 46% confermando così la lieve flessione del settore. Le auto a benzina in particolare rappresentano ora il 33,4% del mercato, in calo rispetto al 35,9% di luglio dell’anno scorso.

Immatricolazioni stabili nell’Ue. Nel mese di luglio, in Europa (Ue+Efta+Uk) sono state immatricolate 1.025.290 nuove auto, in crescita dello 0,4% rispetto allo stesso mese del 2023, con risultati contrastanti nei quattro principali mercati: in crescita Italia (+4,7%) e Spagna (+3,4%), in calo Francia (-2,3%) e Germania (-2,1%). Nei primi 7 mesi le immatricolazioni sono aumentate del +3,9% a 6,54 milioni di unità. Nei mercati Ue+Efta+UK le immatricolazioni sono aumentate a luglio del +0,4% a 1 milione di unità e nei 7 mesi del +3,9% a 7,9 milioni di unità. Fra le alimentazioni, a luglio soffrono le vendite di auto elettriche (bev) -10,8% a 102.705 unità, con una quota che scende dal 13,5% al 12,1%. A pesare è anche la flessione della Germania (-37%).

Fra le case automobilistiche, a luglio Volkswagen registra una flessione del -2,2% a 229.387 unità. Stellantis chiude in calo del -4,8% a 152.330 unità, con la quota di mercato scesa dal 15,7% al 14,9%. Fra i brand male Fiat (-25,6%), Alfa Romeo (-21,9%), DS (-24,9%) e Maserati (-48%). In calo anche Renault al terzo posto (-1,7% a 88.707 unità) e Hyundai (-4,9%). In crescita invece Toyota (+21,9% a 70.547), Bmw (+2,8%) e Mercedes (+1,9%). In evidenza anche Volvo (+36,7%) controllata dalla cinese Geely e la cinese Saic con il marchio MG +24,2%, con una quota che sale all'1,7% superando Tesla che scende all’1,4% penalizzata da vendite in calo del -14,7% a 11.586 unità.

“Non vi è quindi ancora nessun segnale che autorizzi a ritenere che il mercato dell’auto possa ritornare in tempi ragionevolmente brevi ai livelli ante-crisi e ciò nonostante che il prodotto interno lordo della Ue abbia pienamente recuperato gli effetti della crisi”, sottolinea il centro studi Promotor, commentando i dati. “La perdurante crisi del mercato automobilistico europeo – sottolinea – è dovuta a molti fattori tra i quali particolarmente importanti sono la forte crescita dei prezzi delle autovetture e la politica adottata dall’Unione Europea per raggiungere l’obiettivo dell'abbandono delle vendite di autovetture con motori endotermici a partire dal 2035”. Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, “una parte importante della responsabilità dell’attuale crisi del mercato dell’auto europeo va ricercata nella politica della Ue che ha imposto pesanti investimenti all’industria automobilistica dell’area e che in presenza di uno scarso interesse da parte del pubblico per l’auto elettrica ha determinato la necessità per gli Stati di sostenerne la domanda con incentivi di rilevante entità”. Uno scenario al quale si aggiunge la concorrenza delle auto cinesi. “Il rimedio considerato dall’Unione Europea per contenere questa penetrazione – sottolinea Quagliano – è l’aumento dei dazi all’importazione di auto cinesi, ma da parte cinese è emerso l’orientamento di rispondere con l’imposizione di dazi pesanti per le importazioni in Cina di auto europee di media ed alta gamma. Se una situazione di questo tipo si verificasse l’industria dell’auto europea, che sta cercando di compensare le perdite accumulate per la transizione all’elettrico con l’esportazione di vetture di media ed alta gamma, sarebbe fortemente penalizzata e la tempesta sull’auto europea diventerebbe perfetta”.

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