SPORT & POLITICA

Appendino prende tutti a racchettate: amata da Binaghi, riverita dai dem

L'ex sindaca M5s di Torino rieletta al vertice della FederTennis rivendica la sfida vinta con le Atp Finals. E mentre osserva interessata il braccio di ferro tra Governo e Malagò, si gode le avances del Pd (intanto Lo Russo si rode il fegato)

La coppia non scoppia, anzi. Prosegue inossidato il rapporto tra Angelo Binaghi e Chiara Appendino, confermati con un plebiscito a capo della Federazione tennis e padel. Da quando, insieme, hanno scommesso sulle Atp Finals a Torino, è nato un sodalizio che continua a rinnovarsi. L’ingegnere sardo ancora presidente, l’ex sindaca al suo fianco nel ruolo di vice, lo stesso che ricopre nel Movimento 5 stelle un passo indietro a Giuseppe Conte.

Era l’aprile 2019 quando Torino venne designata come sede delle Finals di tennis. La prima cittadina aveva ottenuto la sua rivincita, dopo essere stata esclusa dalle Olimpiadi invernali del 2025: dovevano essere i giochi di tutto l’arco alpino ma milanesi e veneti seppero cogliere al volo lo psicodramma tra i cinque stelle subalpini (per la maggior parte contrari) e si misero in proprio: ora è la kermesse di Milano e Cortina. C’è chi allora parlò di una riparazione, un premio di consolazione per quella Torino così bistrattata. Era stato lo stesso Giovanni Malagò a prospettarle quella possibilità che lei seppe cogliere al volo. Così dal 2021 le Finals sono diventate l’evento sportivo per antonomasia di una città che è tornata a nutrirsi di grandi kermesse internazionali. E lei da allora non fa che rivendicare questa “sfida vinta”. “I risultati sportivi sono clamorosi e sotto gli occhi di tutti – ha scritto ieri sui suoi canali social dopo la rielezione alla Fitp – ma hanno valore soprattutto perché uniti alla crescita del movimento del tennis e del padel italiani e all'organizzazione di tornei sempre più importanti. Nel mio Piemonte, ad esempio, il tennis ha recentemente superato il calcio per numero di tesserati”.

Mai come in questi mesi sport e politica sono impegnati in un braccio di ferro dall’esito ancora incerto. Il Governo tiene duro sulla legge dei tre mandati che sbarra la strada a Malagò, di cui Binaghi è uno dei nemici giurati in seno al Coni (tra i consiglieri eletti nell'assemblea di ieri anche Raffaele Pagnozzi che nel 2013 era candidato contro Malagò al vertice di Palazzo H), assieme al senatore di Forza Italia e numero uno della Federnuoto Paolo Barelli. Una disputa che Appendino continuerà a seguire da una posizione privilegiata, da numero due di una delle principali federazioni sportive e da vice di Conte nel Movimento 5 stelle.   

Così l’ex sindaca si gode il suo momento di gloria, non solo nel tennis. Con buona pace del suo successore, Stefano Lo Russo che assiste al corteggiamento della sua storica nemica rodendosi il fegato. Lo stesso Pd che nel 2012 l’aveva lasciata fuori dai cancelli della Festa dell’Unità a Torino, quando assieme all’altro consigliere comunale, Vittorio Bertola, provò a consegnare a Pier Luigi Bersani le dieci domande raccolte online tra i militanti, ora la invita con tutti gli onori per parlare di campo largo e grandi coalizioni. Proprio lei che in primavera si era messa di traverso a ogni ipotesi di alleanza in vista delle regionali in Piemonte, mandando il Pd (e a dirla tutta pure il suo stesso M5s) a schiantarsi contro Alberto Cirio. Nel teorema di Chiara il Pd è come la donna di Ferradini. Prendi un partito, trattalo male…

print_icon