ENTI LOCALI

Province, centrodestra unito al voto. FdI: ombre d'inciucio ad Alessandria

Il terzo incomodo Rapetti resta in campo. Il federale meloniano Riboldi respinge l'accusa di gestione maldestra e intravvede la combutta: "Senza l'aiuto del Pd non può raccogliere le firme". L'anatra zoppa con presidente dem e maggioranza di centrodestra

“Raccogliere le firme, necessarie a Danilo Rapetti per presentare la sua candidatura alla presidenza della Provincia, senza l’aiuto del nostro avversario, ovvero il Pd, è impossibile”. Fratelli d’Italia, pur senza apparecchiare tavoli nazionali ma bastando segnali inviati da Palazzo Chigi così come da via della Scrofa, non si presenta distratta all’appuntamento del 29 settembre quando si andrà al voto, col sistema di secondo grado affidato ai consiglieri comunali, per il rinnovo dei vertici di oltre 40 enti locali. Facendo pesare il risultato delle politiche del 2022 e susseguenti consultazioni regionali, il partito di Giorgia Meloni non rinuncia nella partita con gli alleati a calare l’asso pigliatutto, o quasi. Anche in Piemonte la coalizione si presenta compatta (è stato siglato l'accordo anche a Novara) con liste unitarie ovunque.

Ma FdI deve anche mettere nel conto imprevisti o trappoloni come quello che, ormai da giorni agita e preoccupa il partito della premier e l’intera coalizione in provincia di Alessandria. La storia è nota e se ne è scritto nei giorni scorsi. Tutto parte con la discesa in campo, a sorpresa, del sindaco di Acqui Terme il quale si candida da civico indipendente alla carica di presidente, mettendosi in mezzo all’uomo schierato dal centrosinistra, Domenico Miloscio e a quello indicato da FdI e sostenuto da Lega e Forza Italia Luigi Benzi. A quest’ultimo il “federale” meloniano in terra alessandrina, Federico Riboldi, arriva dopo che nei mesi scorsi vie erano state lunghe interlocuzioni con lo stesso Rapetti che avrebbero potuto preludere a una sua indicazione da parte di FdI. Interlocuzioni poi interrotte all’inizio dell’estate quando il sindaco acquese era finito al centro di una vicenda dai contorni indefiniti e non meno imbarazzanti per la frequentazione di un giovane poi arresto nel cuore della notte nella casa dove c’era anche il primo cittadino. Facile e naturale, a quel punto, imboccare con decisione la strada dell’uomo di partito quale candidato, anche in ossequi alle direttive romane.

Nel frattempo, però, Rapetti si candida e spariglia tutto. Gli alleati scaricano la questione su Riboldi, il quale come ribadisce allo Spiffero rifiuta l’accusa di aver gestito maldestramente la partita. “Abbiamo cercato e trovato in Benzi un candidato in grado di unire il centrodestra, con le capacità necessarie” sostiene il segretario provinciale di FdI, nonché assessore regionale alla Sanità. E cita le ripetute attestazioni di sostegno al candidato sottoscritte dai maggiorenti dei due partiti alleati, financo quella del governatore Alberto Cirio.

Questione risolta, dunque, almeno all’interno della coalizione. Perché l’incognita rappresentata dal sindaco di Acqui Terme resta in tutti i suoi potenziali effetti. Lui sta raccogliendo le oltre 300 firme necessarie per candidarsi. E qui ecco affacciarsi lo spettro dell’inciucio, nella previsione di Riboldi circa l’indispensabile aiuto da parte del Pd, non poco interessato a vedere un terzo incomodo, con una storia tutta nel centrodestra passato da Forza Italia alla Lega, in grado di erodere voti agli avversari. “Avere un candidato di estrazione di centrodestra, fa più comodo alla sinistra che non a noi. È evidente”, conferma Il federale meloniano che sibillino aggiunge “Giorgio Abonante (sindaco dem di Alessandria, ndr) e il candidato Miloscio, ci racconteranno delle firme a sostegno di Rapetti”.

Parole che, facilmente, non faranno che alzare la tensione su un’elezione che, per lo stesso meccanismo per il quale sono tenuti fuori dai giochi i cittadini, si annunciava poco più che soporifera. Al contrario, anche gli sguardi dei partiti a livello regionale sono sempre più concentrati su quel che accadrà nella corsa per Palazzo Ghilini il cui esito, al di là delle dichiarate certezze di vittoria del centrodestra potrebbe riservare sorprese. Un’eventualità, proprio per via del terzo incomodo, è quella di un possibile successo del candidato del Pd, il quale si ritroverebbe però con una maggioranza di centrodestra. La prospettiva dell’anatra zoppa è nel novero delle ipotesi. “Non succederà perché vincerà il nostro candidato – sostiene Riboldi – ma nel caso in cui si dovesse verificare quella situazione la strada sarebbe solo quella di tornare subito al voto”.

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