PALAZZI ROMANI

Sangiuliano ci ha fatto la grazia: lascia 'O ministro 'nnammurato

Cala il sipario sul feuilleton di fine estate. Dopo lo sputtanamento, l'autodafé in tv, le macumbe della "pompeana esperta", si dimette. La Corte dei Conti apre un'inchiesta e la Meloni lo molla. Più che un politico unfit l'archetipo della commedia all'italiana. Al suo posto Giuli

“Non reggiamo più”. Uno stillicidio di notizie, allusioni, rivelazioni e la preoccupazione che altro potrebbe ancora uscire. E così dopo la difesa offerta in diretta televisiva e dopo le ulteriori dichiarazioni di Maria Rosaria Boccia, Giorgia Meloni ha deciso di non temporeggiare fino al G7 ma ha preteso le dimissioni di Gennaro Sangiuliano. Dimissioni che il titolare del dicastero del Collegio Romano avrebbe consegnato nelle mani della premier durante un confronto piuttosto teso e di comune accordo “congelate” in attesa la piega degli eventi. L’autodafé umiliante davanti alle telecamere, le successive parole della “pompeiana esperta”, l’accensione del faro della Corte dei Conti, le polemiche politiche: tutto ha contribuito a far precipitare la situazione. Troppo forte l’imbarazzo, troppo alto il rischio che la dama bionda, imprenditrice e influencer dal tempismo mediatico sorprendente, tiri fuori altre foto, altri video, registrazioni, carte, chat compromettenti. Magari già nella serata di oggi, con l’intervista a In Onda, su La7.

Leggi qui la lettera di dimissioni

“Sono lieto di apprendere che la Corte dei conti stia valutando la possibilità di aprire un fascicolo sulla vicenda che mi riguarda”, così “avrò la possibilità di dimostrare che non sono stati spesi fondi pubblici né un euro del Ministero è stato utilizzato per viaggi e trasferimenti della signora Maria Rosaria Boccia”. Sono le 16 quando Genny ‘nnammurato pubblica una nota per provare a resistere. Ma la barriera difensiva eretta da Palazzo Chigi stava ormai cedendo. Nello staff di Meloni si riflette su una contromossa che metta fine a questa vicenda che ormai ha acquisito dimensioni internazionali. La storia del ministro che, in lacrime, ha raccontato sulla tv pubblica come abbia deciso di sospendere la nomina della sua amante da consigliera al ministero della Cultura sta facendo il giro del mondo. Meloni avrebbe preferito evitare un rimpasto e non farsi dettare le mosse dall’opposizione o da una stampa che considera ostile. Palazzo Chigi sperava di presentare la vicenda come parte di un complotto contro il primo governo di destra guidato da una donna, ma le dichiarazioni, le accuse e l’ombra di un presunto ricatto hanno minato questa strategia.

Al suo posto arriva Giuli. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto Meloni al Quirinale e ha accettato le dimissioni di Sangiuliano. Su proposta della premier, è stato nominato Ministro della cultura Alessandro Giuli. La cerimonia del giuramento del nuovo ministro sarà alle 19 al Quirinale.

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