LA SACRA RUOTA

Lo Russo bacchetta Meloni e liscia il pelo a Elkann: "No a gruppi cinesi"

Il sindaco di Torino critica la scelta del governo di aprire ai produttori del Dragone e si prostra davanti all'erede di casa Agnelli: "Dobbiamo trattare con Stellantis". Ultimatum all'ad Gtt Lancione e sfida ad Appendino: "Non faccia come Conte, scelga tra Harris e Trump"

“Trovo singolare che il governo più sovranista del mondo, che ha un ministero che si chiama Made in Italy, sia alla rincorsa ossessiva di un produttore cinese chiedendo venire qua”. Se in tanti sperano che questo sia l'anno del Dragone per Torino, un asse che va dall'Unione industriali alla Fiom, tra questi non c'è il sindaco di Torino Stefano Lo Russo. Intervistato davanti a 200 persone nella Festa dell'Unità cittadina, il sindaco esprime tutti i suoi dubbi.
 
"Nulla in contrario", premette, per poi smentirsi subito: "Però prima capiamo come usare queste risorse in maniera un po' più ragionata. Perché credo che noi abbiamo un know how che va difeso”. E basta gridare al padrone cattivo: “Prima di cimentarci nello sport torinese tipico, che è scagliarci contro Stellantis, capiamo come possiamo con le risorse limitate che abbiamo, rinnovare questa tradizione dell'automotive torinese anche con modelli diversi, innovativi, con un investimento anche pubblico. Ma io dico sempre che conviene spendere per investimenti industriali che in cassa integrazione", così da poter "dire a Stellantis: io ti do questo e tu mi garantisci quest'altro", ovvero di mantenere produzione e occupazione a Torino. Se non fosse chiaro, lo ripete: "Io sono un po’ preoccupato di quello che leggo e sento su questa ricorsa che ha il Governo Meloni e una parte del sindacato per far arrivare qui un produttore cinese". Insomma, un colpo all'esecutivo di destra un altro al sindacato rosso, con il quale i rapporti sono sempre più freddi come dimostra anche il mancato invito alla festa della Fiom. 
 
Un'intervista di un'ora dove il sindaco parla anche di temi nazionali, come l'autonomia e lo ius scholae. Sulla possibilità che sia lui il prossimo sindaco d'Italia si schermisce:  "All’Anci non ci si candida ma si viene candidati", e comunque i presidenti eletti lo “sono sempre stati all’unanimità”. Si sta discutendo, “lo vedremo nelle prossime settimane”. Va più deciso sui temi locali, sulla necessità di coniugare la visione di lungo periodo "alle piccole cose: sfalcio dell’erba, scale della metro che non funzionano, i piccoli disservizi”. Li chiama problemi "amministrativi" e non fa nomi, ma rincara la dose: "Penso che sia scandaloso che dopo un mese di chiusura le scale mobili non funzionino”, frase che suona come un’altra stoccata all’Ad di Gtt Serena Lancione, una delle sue prime nomine da sindaco, sulla quale si affastellano le voci sulla non riconferma al termine del suo mandato che scadrà l'anno prossimo.
 
In platea la vicesindaca Michela Favaro e tanto Pd cittadino, a cominciare dalla presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo seguita da gran parte dei dem in Sala Rossa. C'è anche il senatore Andrea Giorgis che prima dell'inizio si intrattiene con Enzo Lavolta. Di assessori in platea siede soltanto Paolo Chiavarino, mentre Chiara Foglietta si aggira intorno al palco, ma senza sedersi. C'è anche il segretario cittadino Marcello Mazzù mentre di consiglieri regionali si vede solo Laura Pompeo
 
Sulle alleanze nazionali sposa la linea Schlein: "Non mettiamo veti e non ne accettiamo". Dunque campo largo da Giuseppe Conte a Matteo Renzi. Ma se coi 5 Stelle nazionali è pacifico, non si fa mancare una stoccata alla sua predecessora Chiara Appendino: “So che Conte non si schiera tra Trump e Harris, io sono convinto che Appendino si schieri per Kamala Harris ma lo dica, in politica bisogna fare anche dirla”. Domani alla Festa dell'Unità arriverà proprio l'ex sindaca, e Lo Russo ha un consiglio per i cronisti: "Qualcuno glielo chieda".

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