"Lascio Renzi per restare renziano". Marattin dice addio a Italia Viva
13:35 Lunedì 09 Settembre 2024Il deputato eletto in Piemonte ha rotto gli indugi: esce dal partito in contrasto con la svolta dell'ex premier: "Il campo largo è antitetico a quanto abbiamo sempre professato". Per raccogliere la diaspora nasce un'associazione: Orizzonti liberali
Era nell’aria da tempo oggi è arrivata l’ufficialità: Luigi Marattin, insieme a quattro dirigenti territoriali di Italia Viva – Emanuele Cristelli (Friuli-Venezia Giulia), Valeria Pernice (Verona), Giorgia Bellucci (Rimini) e Alessandro Pezzini (Lodi) – ha annunciato l’addio al partito guidato da Matteo Renzi in una conferenza stampa alla Camera. “È con forte dispiacere ma con altrettanto forte convincimento che annunciamo il nostro addio alla comunità di Italia Viva. Le uscite da Iv sono già iniziate nei giorni scorsi. Per molti di noi questa non è solo la fine di un percorso durato 5 anni, ma di un percorso molto più lungo con Matteo Renzi. Mi sono dimesso dal gruppo Iv per aderire al gruppo Misto”, ha detto il parlamentare eletto in Piemonte.
“Noi non condividiamo la scelta fatta e compiuta di aderire al campo largo. Nel metodo e nel merito. Nel metodo perché una scelta del genere deve essere presa in un congresso”, aggiunge ricordando che l’ultimo congresso aveva sancito la posizione terzopolista di Iv. “Assistiamo poi che nel campo largo c’è chi dice che è meglio che Iv non entri: non è questo l’esito che merita la comunità di Iv, farsi dire no da M5s e Fratoianni”. Nel merito “questa è una scelta che non condividiamo perché noi siamo convinti che le posizioni del campo largo siano antitetiche a quelle che hanno costituito la cifra del renzismo”, ha concluso Marattin. Argomenti in larga parte anticipati nella lunga intervista concessa allo Spiffero.
Un divorzio senza lancio di piatti. “Renzi resta un gigante dal punto di vista politico. Io credo che sia legittimo pensare che il bipolarismo abbia vinto e che quindi la strada sia quella di moderare uno dei due poli, credo sia una posizione legittima ma assolutamente sbagliata. Quello che contesto a Matteo è che quella scelta doveva passare attraverso un percorso interno”, ha spiegato Marattin che prevede una diaspora. “Sono un centinaio i dirigenti territoriali che lasciano il partito e nei prossimi giorni saranno ancora di più”, che potranno trovare una nuova casa in un’associazione che si chiamerà Orizzonti liberali, “un’associazione, perché sarebbe velleitario e infantile uscire da un partito e fondare un partito, i partiti sono una cosa seria, soprattutto se devono colmare un vuoto di rappresentanza”, ha concluso Marattin.