Direttori Asl, si aprono le danze.
Il Piemonte vuole più candidati
Stefano Rizzi 06:00 Mercoledì 11 Settembre 2024
A fine anno scadono gli incarichi già prorogati per le elezioni. Timori e manovre tra chi cerca di difendere la posizione. Missione romana di Sottile per convincere il ministero a riaprire l'elenco nazionale. Probabile aumento degli stipendi per arginare la concorrenza
Il loro mandato finirà allo scoccare della mezzanotte di San Silvestro, ma le danze per i direttori generali di Asl e Aso del Piemonte si apriranno ben prima. Va ricordato come gli attuali manager abbiano già goduto di un prolungamento dei loro contratti, prorogati per evitare rinnovi negli ultimi giorni della precedente legislatura e portati a fine anno in coincidenza della chiusura dei bilanci al fine di non incappare in problematici cambi in corsa rispetto agli obiettivi assegnati, tra cui appunto quello per nulla secondario relativo ai conti. E mentre ci si interroga, innanzitutto tra i diretti interessati, su quanto sarà pesante lo spoils system prodotto dal cambio al vertice della sanità piemontese, passato dal leghista Luigi Icardi al meloniano Federico Riboldi e, dunque, quante poltrone cambieranno ospite nelle varie aziende sanitarie e ospedaliere, al ventiquattresimo piano del grattacielo del Lingotto si prepara una missione, non impossibile anche se certamente non facile, per il direttore regionale della Sanità.
Nei prossimi giorni, su indicazione dell’assessore, Antonino Sottile sarà a Roma per spiegare ai massimi vertici del ministero le ragioni per cui a Torino si ritiene necessaria, o comunque, fortemente auspicabile, la riapertura dell’elenco nazionale degli idonei alla direzione delle aziende sanitarie. Un provvedimento del genere, della cui richiesta il Piemonte è capofila anche di altre Regioni, consentirebbe a ciascun ente di riaprire a sua volta gli elenchi regionali, ampliando la possibilità di scelta dei nuovi manager. Ma non si può non leggere anche come l’intenzione della giunta regionale e in primis dell’assessore di poter attingere in un bacino il più fornito possibile nuovi profili con cui sostituire, non si sa in quale misura, quelli attuali.
È pur vero che ciò sarebbe possibile anche solo con la riapertura dell’elenco regionale, cosa data per scontata, ma è ovvio che un nuovo bando nazionale allargherebbe di molto la platea degli aspiranti direttori. Per i quali al grattacielo si sta pensando anche di aggiornare gli stipendi, per rendere più appetibile, per manager di altre regioni, rispetto a quanto non lo sia oggi venire a dirigere un’azienda sanitaria in Piemonte. Nei prossimi giorni verrà fatta una comparazione rispetto al resto del territorio nazionale e, tenuto conto delle disponibilità finanziarie, probabilmente si procederà con un aggiornamento al rialzo degli emolumenti per provare ad arginare una concorrenza ormai conclamata a parte di altre regioni, soprattutto nel Nord.
Due obiettivi non semplici. L’esito della missione di Sottile, presumibilmente preparata politicamente in alcuni contatti tra Riboldi e il ministro Orazio Schillaci, dipenderà soprattutto dai tempi della burocrazia. E sui tempi, utili per poter consentire ai nuovi ammessi all’elenco nazionale di chiedere l’inserimento in quello piemontese, si gioca tutto con la scadenza non più derogabile del 31 dicembre. Tre mesi o poco più non sono molti, ma l’intenzione o comunque l’auspicio dei vertici della sanità piemontese appare proprio quello di poter contare su un elenco aggiornato e rimpinguato per operare le scelte dei nuovi manager.
Quanti saranno, appunto, quelli nuovi e quelli riconfermati è l’interrogativo che resterà tale almeno fino ai primi di dicembre, alimentando speranze, ma anche tutt’altro che inedite manovre di accreditamento e cambi di casacca e sponsor politici, seppure restando sempre all’interno del centrodestra. Capacità e merito, ovviamente, sono i criteri che il nuovo assessore, così come tutti coloro che lo hanno preceduto, pone alla base delle decisioni sull’affidamento della guida delle aziende. Per avere conferma di queste intenzioni non resterà che attendere le nomine, in particolare (ma non solo) per quelle aziende dove problemi, ritardi e inadempienze – dalle questioni relative all’edilizia sanitaria inerente la costruzione di nuovi ospedali, alla gestione di tutto ciò che attiene alle liste d’attesa e il rapporto con la libera professione dei medici – si sono mostrati con evidenza e in alcuni casi anche messi in luce da documenti e dossier di cui risulterebbe difficile non tenere conto.