FUTURO PROSSIMO

Questione d'immagine: Torino si rifà il look

Fondazioni, Camera di commercio e Università accanto al sindaco Lo Russo: un nuovo city brand per raccontarsi al mondo. A ottobre sarà svelata l'indagine sulla percezione dei cittadini, intanto via libera al bando per comunicazione e logo

Diventare cool al prezzo di 432mila euro. È quanto spenderà la Città di Torino nei prossimi tre anni per rinverdire la sua immagine internazionale. Una cifra che è già stata deliberata dalla giunta guidata dal sindaco Stefano Lo Russo per un nuovo logo, da scegliere con un bando europeo, e tutti gli eventi che serviranno a comunicare la nuova identità della città.

Lo Russo fa sistema e a Palazzo civico ci sono i principali attori cittadini, che non hanno ancora deciso quanto investire ma mostrano di credere nell’operazione city branding, il cui senso viene sintetizzato dal rettore del Politecnico Stefano Corgnati: “Quando a livello internazionale ci guardano, guardano il territorio”. Sulla necessità di una “identity” condivisa, come la chiama il presidente della Camera di commercio Dario Gallina, sono tutti d’accordo, dal rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna ai rappresentati delle Fondazioni, il presidente di Compagnia di San Paolo Marco Gilli e la segretaria generale di Fondazione Crt Annapaola Venezia, presente al posto della nuova presidente Anna Maria Poggi. Venezia non ci tiene ad attirare l’attenzione: parla giusto un minuto, il tempo di ringraziare il primo cittadino. Ma al di là degli stakeholder il “City branding” è un processo aperto a tutti, anche alle imprese. Lo Russo fa l’esempio di Lavazza che di certo per comunicare la Città ha fatto molto, a partire dalla campagna col tennista Jannik Sinner in occasione delle ultime Atp Finals. Gilli, ed è un altro punto che trova tutti d'accordo, insiste sulla necessità di fare “massa critica” per competere coi grandi attori mondiali.

Proprio per cogliere questa identità, la Città ha affidato all’Istituto Piepoli un’indagine per capire gli aspetti ritenuti importanti dai cittadini, ma anche da turisti e portatori di interesse. Il quadro che ne uscirà fuori, che non senza ambizione viene definito un “manifesto identitario”, sarà svelato il 24 ottobre alla Casa teatro ragazzi. Sempre a ottobre verrà lanciato il bando europeo che poi nel 2025 individuerà l’agenzia che dovrà occuparsi della comunicazione e del nuovo logo. Quale sia questa nuova identità però non è ancora chiaro. Nel comunicato si parla di “tante anime e prospettive”, un cronista chiede di definirlo meglio ma Lo Russo risponde picche: ci sarà “una discussione e un’esigenza di sintesi”, anche a seconda delle nuove adesioni che si attendono dalle imprese. Il comune di Torino avrà la regia, sotto la supervisione della capo di gabinetto del sindaco Valentina Campana, ma il processo sarà aperto a chi vorrà aggiungersi. Poi ci penseranno i tecnici, mica la politica, a trovare un filo conduttore: “È del tutto evidente che per farlo ci sono operatori professionali” da individuare tramite bando pubblico. Il sindaco assicura che dall’indagine di Piepoli è venuta fuori una percezione “sorprendente” della Città, “meno scontata di come emerge nel dibattito giornalistico e pubblico”.

E chissà che Lo Russo non stia provando a cambiare anche la sua, di narrazione. A cominciare dai social, dove finora era rimasto implacabilmente istituzionale. Ieri sera invece ha pubblicato un post stranamente ironico, che ha pure riscosso un discreto successo: “Dopo quasi tre anni da sindaco ho deciso che anch'io fondo il mio partito: AVWA. Aboliamo i Vocali di WhatsApp”. Come dargli torto.

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