SANITÀ

Lega e Pd insieme sull'ambulanza.
Asse per sbloccare l'algoritmo 118

Il protocollo per gli infermieri a bordo ancora "sospeso" dopo proteste ed esposti. Il presidente della commissione Sanità, Icardi, mette in agenda la questione con audizioni. Sulla stessa linea il suo vice, il dem Valle. Uno sprone all'assessore meloniano Riboldi

Ancora un po’ nel freezer e gli algoritmi per gli infermieri a bordo delle ambulanze del 118 rischiano di trasformarsi in iceberg sulla rotta della sanità piemontese. Congelato con la sospensione della delibera a parte di Azienda Sanitaria Zero, su decisione dell’assessore Federico Riboldi in seguito alla dura presa di posizione da parte degli Ordini dei medici e soprattutto dopo alcune esposti alla Procura della Repubblica, il protocollo destinato agli infermieri che operano sulle ambulanze prive di medico con la sua sospensione continua a lasciare da un mese in un limbo normativo e procedurale gli stessi operatori. 

Nel disporre il congelamento della delibera, Riboldi aveva annunciato un “approfondimento ulteriore con tutte le associazioni di categoria e tutti i portatori di interessi legati al settore dell’emergenza e urgenza”. Approfondimento che rischia di essere anticipato, nei tempi, da un’iniziativa sostanzialmente analoga assunta dalla IV commissione del consiglio regionale. L’organo di Palazzo Lascaris, presieduto dell’ex assessore alla Sanità, il leghista Luigi Icardi, ha infatti calendarizzato per lunedì 30 settembre questo tema, prevedendo già in quella sede alcune audizioni, tra cui certamente quella del direttore generale di Azienda Zero Adriano Leli, così come quelle dei vertici degli Ordini dei medici e degli infermieri. Questi ultimi in evidente contrasto tra loro, giacché se i medici contestano gli algoritmi segnalando alcuni aspetti della loro professione non “delegabili” agli infermieri, i quali invece avevano accolto più che positivamente il protocollo, anche per un’ulteriore chiarezza riguardo al loro operato e alle eventuali responsabilità.

L’ex assessore che ora presiede la commissione Sanità, nel suo precedente ruolo aveva caldeggiato l’introduzione degli algoritmi anche per evitare, come attualmente accade, che il Piemonte fosse l’unica regione del Nord a non utilizzare questi protocolli specifici per ogni intervento e ogni patologia che può presentarsi agli equipaggi del 118. Paradossalmente la Liguria li aveva chiesti al Piemonte e oltre l’Appennino vengono già utilizzati, mentre al i qua restano sospesi. Una sospensione che non può durare ancora oltre, come attesta l’iniziativa assunta da Icardi e che vede la piena sostanziale condivisione da parte del suo vice, Daniele Valle, consigliere regionale del Pd e da tempo impegnato sul fronte della minoranza sui temi della Sanità. Avversari (e politicamente tali restano) anche protagonisti di aspre schermaglie nella passata legislatura, Valle e Icardi nei loro nuovi ruoli in questo caso sembrano marciare allo stesso passo. 

Se l’ex assessore non fa mistero dell’amarezza per gli ostacoli posti all’applicazione del protocollo che egli stesso aveva predisposto, insieme all’allora commissario di Azienda Zero Carlo Picco (forte della sua esperienza in quel campo maturata in Lombardia, da direttore sanitario di Areu, l’azienda regionale emergenza e urgenza), a ritenere necessario superare al più presto questa situazione di stallo è, non di meno, il suo vice in commissione. “Comprendo la cautela che ha mosso l’assessore, da poco insediatosi, a sospendere la delibera, ma adesso questa situazione va rapidamente superata”, spiega Valle che aggiunge come “riconoscere la professionalità degli infermieri, anche attraverso questo protocollo, significa anche rendere più attrattiva questa professione di cui c’è un enorme bisogno”.

Tra meno di due settimane, dunque, la vicenda degli algoritmi con le audizioni di chi è a favore e chi si oppone approderà a Palazzo Lascaris. La funzione della commissione, in questo caso, è soprattutto conoscitiva e, politicamente, di sprone e magari di sostegno alle decisioni che l’assessore dovrà assumere. Ma non è detto che qualora si ritenesse utile per “blindare” ulteriormente il protocollo e definire in maniera ancora più solida le procedure da attuare nei casi (sempre più numerosi vista la penuria di camici bianchi) in cui a bordo dell’ambulanza non ci sia il medico, non si possa procedere verso uno strumento normativo, partendo proprio dalla commissione Sanità.

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