FINANZA & POTERI

Unicredit non molla la presa, sale ancora in Commerzbank

L'istituto italiano ha presentato una richiesta per acquisire una partecipazione della banca tedesca superiore al 10% e fino al 29,9% e chiede l'ok della Bce. Orcel si tiene le mani libere. Ma a Berlino c'è una levata di scudi e si prepara a mettere i bastoni tra le ruote

Unicredit non arretra, anzi rilancia su Commerzbank. Nonostante l’opposizione dei sindacati, del management e lo stop di Berlino, la banca guidata da Andrea Orcel ha annunciato di aver aumentato la sua posizione potenziale complessiva nella seconda banca tedesca al 21% e ha presentato una richiesta per aumentare la partecipazione fino al 29,9%. “Unicredit ritiene che ci sia un significativo potenziale di creazione di valore che possa essere estratto in Commerzbank, sia in uno scenario standalone che in Unicredit, a beneficio dell’intera Germania e di tutti i suoi stakeholders”, spiega in una nota. Ma lo sviluppo di tale potenziale “richiede l’adozione di azioni concrete”, sottolinea.

A dodici giorni dall’annuncio a sorpresa dell'acquisizione di una quota del 9% in Commerzbank – di cui il 4,49% attraverso un’offerta di accelerated book building condotta per conto della Repubblica Federale di Germania – , oggi Unicredit ha comunicato di aver presentato istanza regolamentare per l’acquisizione di una partecipazione superiore al 10% e fino al 29,9%, e nel frattempo di aver sottoscritto strumenti finanziari per l’11,5% del capitale, che portano la posizione complessiva in Commerzbank al 21% circa. Il regolamento fisico dei nuovi strumenti finanziari potrà avvenire solo dopo l’ottenimento delle approvazioni richieste. La maggior parte dell’esposizione è oggetto di copertura, spiega Unicredit, per assicurare “piena flessibilità di rimanere a questo livello, cedere la partecipazione, con una copertura in caso di ribassi, o incrementarla ulteriormente, in funzione dell’esito delle interlocuzioni con Commerzbank, i suoi consigli di gestione e di sorveglianza e, più in generale, tutti i suoi stakeholder in Germania”.

La palla passa quindi a Berlino, che resta uno dei principali azionisti di Commerzbank con il 12% dopo il salvataggio dell’istituto durante la crisi finanziaria del 2008. Venerdì l’Agenzia federale che gestisce la privatizzazione, difendendone l’indipendenza, ha deciso di sospendere, fino a data da stabilire, le procedure per la cessione di ulteriori quote di Commerzbank, dopo il 4,5% collocato a Unicredit. Il giorno prima, era stata avviata un’indagine interna sulla cessione alla banca italiana. Questa mattina una fonte vicina ai vertici di Commerzbank al Financial Times ha lanciato l’allarme sostenendo che una aggregazione con Unicredit metterebbe a rischio i prestiti alle pmi della Germania. Ma proprio in riferimento alla Germania, nella nota odierna, Unicredit ha sottolineato come il gruppo sia presente nel paese da quasi 20 anni (l’acquisizione di HVB si è conclusa a novembre 2005), “fornendo supporto ai propri dipendenti e servendo i propri clienti con una gamma di prodotti completa e competitiva”. E soprattutto, citando il recente rapporto della Commissione Europea, “condividiamo la convinzione che una forte unione bancaria in Europa possa svolgere un ruolo cruciale per il successo economico dell’intero continente e, attraverso quest'ultimo, di ciascun paese”. Perché “la crescita e la competitività del sistema bancario tedesco sono fondamentali sia per l’economia tedesca che per l’Europa nel suo complesso”.

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