SANITÀ & POLITICA

Liste d'attesa con intelligenza (artificiale). Riboldi: "Spezzeremo le reni ai direttori"

L'assessore meloniano, questa volta senza fidanzata al seguito, gonfia il petto e mostra i muscoli: "Chi non segue le mie indicazioni non può lavorare con me". Al Grattacielo della Regione le nuove idee per le prenotazioni di visite ed esami

Un brivido corre lungo la schiena dei direttori generali delle aziende ospedaliere piemontesi: sta per arrivare il manganello, pardon l’olio di ricino, dell’assessore alla Sanità Federico Riboldi. Quando gli chiedono come risolverà l’annoso problema dei sistemi informatici che non si parlano, che si trascina insoluto da anni e impedisce di aggredire le liste d’attesa, l'assessore di FdI gonfia il petto: “Io sono diverso dagli altri. Chi lavora con me deve rispondere alle indicazioni che do. Chi non segue le mie indicazioni non può lavorare con me. Anche se uno non è in scadenza non è che è scolpito sulla pietra: se non rispetta i tempi e non taglia le liste d’attesa va a fare altro”.

E i tempi sono strettissimi. Direttore avvisato, mezzo salvato: “Il piano devono presentarlo entro quest’anno. E sulle agende non c’è discussione, ora inizia una verifica puntuale su tutte. Quelle non mi preoccupano molto, sono abbastanza sereno perché una volta che arriva l’indicazione forte..” Chi potrà sfuggirgli? Probabilmente nessuno, anche perché Riboldi sta “ultimando il cruscotto digitale, col quale avremo un dettaglio di ogni azienda molto preciso”. Si tiene duro e si dura, direbbe qualcuno.

Intanto, prosegue la strada verso il nuovo Cup. Al Grattacielo della Regione oggi c’è stato l’hackaton, l'evento aperto dove trovare le idee migliori per integrare il centro unico di prenotazione con l’intelligenza artificiale. Entro il 15 ottobre i progetti saranno raccolti e vagliati, così da far partire il bando per il nuovo Cup entro novembre. Di aziende ce n’erano tante, tra cui Leonardo, ma anche Pfizer, Roche, oltre a grandi società di consulenza come Kpmg o Accenture.

Ma a cosa servirà l'Ai? Chi poteva spiegarlo meglio del presidente della Fondazione Ai4Industry Fabio Pammolli? Potrà sfoltire il lavoro del Cup con l’analisi predittiva, che tramite lo storico coglie i picchi di domanda sul territorio per fare programmazione. Incasellare per gestire e quindi smaltire meglio i sovraccarichi che il centro di prenotazione si trova ad affrontare. Come per i tanti malati cronici, altro topic che l'hackaton dovrà affrontare, anche perché ovviamente telefonano molto più spesso degli altri utenti. Pammolli pensa positivo sulla possibilità di far parlare tra loro i vari sistemi informatici delle aziende ospedaliere piemontesi, rendendo anonimi i dati sensibili: “Non è un problema insolubile”. La prospettiva più futuribile evocata da Pammolli è il chatbot, un risponditore automatico che smaltisca un po' del lavoro telefonico di solito sbrigato dagli umani. Anche se il Piemonte è una regione anziana, per lui non è una roba da nerd: “L’Ai serve per rendere le cose più semplici”. Chissà che gli utenti più anziani non riattacchino, pensando di ascoltare un nastro preregistrato.

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