SANITÀ

118, gli algoritmi della discordia. Riboldi prende (ancora) tempo

Riunione pletorica al grattacielo sulla vicenda dei protocolli per gli infermieri sulle ambulanze senza medico. Ognuno resta sulla proprie posizioni. L'assessore di FdI affida la questione a due "advisor". La retromarcia sull'azione del direttore Sottile

Dev’esserci lo zampino di un algoritmo nella sbianchettata di una frase dell’assessore alla Sanità che stava nella bozza, ma è poi sparita nella nota ufficiale con cui si annunciano (almeno) altri due mesi di attesa per definire i protocolli in uso agli infermieri a bordo delle ambulanze senza il medico. “Il punto di caduta deve essere da un lato smentire l’affermazione che il medico scende dalle ambulanze – questo il passaggio espunto – e dall’altro la piena valorizzazione della professione infermieristica”.

Nulla di imbarazzante, come si vede. Semmai sarebbe arduo smentire dei fatti, com’è appunto la non troppo metaforica discesa dei medici dai mezzi di soccorso che par non piacere come immagine a Federico Riboldi. Al più si potrebbe precisare che a bordo proprio non ci salgono in molti casi, semplicemente perché di camici bianchi nell’emergenza ce ne sono sempre di meno. E proprio questa penuria di professionisti, come noto giacché la questione su trascina ormai da un ben po’ di tempo, è alla base dei discussi algoritmi, ovvero una serie di indicazioni e prescrizioni caso per caso da seguire da parte degli infermieri qualora insieme a loro non ci sia il medico, predisposti da Azienda Sanitaria Zero, poi congelati dall’assessore dopo la sollevazione dei medici stessi e, soprattutto, un paio di esposti alla Procura della Repubblica.

Un mese dopo la sospensione della delibera della Super Asl diretta da Adriano Leli, nessun concreto passo avanti. La stessa riunione, quasi un’assemblea vista la cinquantina di presenti, che si è svolta ieri ha visto tutti uscire con le stesse posizioni di quando erano entrati. Con in più, questo sì, l’ulteriore attesa di un paio di mesi per arrivare, secondo l’assessore, a una quadratura del cerchio da mettere nero su bianco non più su un atto di Azienda Zero, ma in una delibera della giunta regionale perché, sono parole di Riboldi ”sono convinto che la politica debba alla fine prendersi le proprie responsabilità. Probabilmente – aggiunge – non accontenteremo tutte le parti, ma ciò che assicuro è che sarà la scelta migliore nel rispetto e nel riconoscimento dei ruoli, per il bene dei piemontesi”. 

Per arrivare a quel traguardo l’esponente di Fratelli d’Italia titolare della Sanità ha deciso di affidarsi a quelli che egli definisce “advisor”, ovvero l’ex direttore regionale nonché responsabile sanità per FdI e componente del suo staff (a titolo gratuito) Valter Galante e Gianluca Ghiselli che non è certo un consulente essendo il direttore del dipartimento di Emergenza e Urgenza della stessa Azienda Zero. Ai due toccherà riprendere i fili di una matassa intricata dove s’intrecciano questioni professionali e giuridiche, campi di azione delimitati e risvolti di responsabilità che ancora dividono medici da infermieri. Un lavoro che, in verità, sarebbe già stato avviato prima che Riboldi decidesse di convocare quel plenum al grattacielo. Alcuni rappresentanti sindacali erano già stati invitati a un incontro, assai meno pletorico e limitato a ciascuna categoria, dalla direzione regionale della Sanità anche per la stessa mattinata di ieri. Poi il contrordine, in seguito alla scelta di Riboldi di convocare tutti, con il prevedibile risultato di non arrivare a una soluzione. E così, infatti, è stato. 

Nelle note dei sindacati dei medici, così come quelle degli infermieri le posizioni non sono mutate di un millimetro, affidando quindi le speranze al lavoro della coppia G&G, Galante e Ghiselli. I quali non faranno altro che riprendere sostanzialmente lo schema avviato dal direttore regionale Antonino Sottile con gli incontri per categorie e rappresentanze, poi stoppato poche ore prima, e cercare una sintesi conclusiva. E anche quello che potrebbe apparire un dettaglio, proprio tale non è se più di un sindacalista del mondo medico si pone la domanda su chi sia il loro interlocutore, in una sarabanda incarichi come quella che si profila, passando dalla Super Asl alla direzione regionale, fino all’assessore e i suoi “advisor”. 

Altri interrogativi non possono che emergere di fronte alla posizione del vertice della stessa Azienda Zero riportata nella nota ufficiale, ovvero che “il percorso intrapreso per arrivare alla delibera è stato lungo – ha spiegato Leli – attento e condiviso, nel pieno rispetto delle leggi e della normativa”. Ma se tutto è stato fatto nel rispetto delle leggi, e non ci sono motivi di dubitarne, perché proprio sull’inosservanza di alcune norme i sindacati e gli Ordini dei medici poggiano le loro rimostranze?

Chissà che qualche risposta, nell’attesa dei due mesi ancora necessari per dirimere la questione dei protocolli per gli infermieri delle ambulanze da cui il medico non sarà sceso, ma certamente non è salito, non arrivi dalle audizioni in commissione Sanità del consiglio regionale, messe in calendario a partire da lunedì prossimo dal presidente, il leghista Luigi Icardi, diretto predecessore di Riboldi.

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