LA SACRA RUOTA

Stellantis vede nero e taglia le stime. Fusione in vista con Renault (e Bmw)?

A causa dei problemi in Nord America e del calo delle vendite, nel 2024 il margine operativo adjusted ora è atteso tra il 5,5% e il 7%, in calo rispetto al precedente a doppia cifra, e il free cash flow industriale tra -5 e -10 miliardi. Voci insistenti su accordi

Stellantis ha rivisto le stime dei risultati del 2024, una decisione dovuta “ai problemi di performance in Nord America e al deterioramento nelle dinamiche globali del settore”. Il margine del risultato operativo adjusted è atteso tra il 5,5% ed il 7% per l’intero 2024, in calo rispetto al precedente “double digit”, mentre il free cash flow industriale è previsto tra -5 miliardi e -10 miliardi di euro rispetto al precedente “positive”. Alle 11 il titolo già perdeva il 13%.

La riduzione del margine del risultato operativo adjusted atteso – spiega la casa automobilistica guidata da Carlos Tavares – è correlato per circa due terzi alle azioni correttive in Nord America, ma anche all’attesa di vendite inferiori nel secondo semestre in diverse aree. “Il gruppo ha accelerato il piano di normalizzazione dei livelli di stock negli Stati Uniti con l’obiettivo di non più di 330.000 unità in giacenza presso la rete entro la fine del 2024 rispetto al precedente termine del primo trimestre 2025. Le azioni includono una riduzione delle consegne alla rete di più di 200.000 veicoli nel secondo semestre del 2024 (un incremento rispetto alla riduzione di 100.000 riflessa nella precedente guidance) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un aumento degli incentivi sui modelli del 2024 e degli anni precedenti e iniziative di incremento della produttività che contemplano aggiustamenti sia sui costi che sulla capacità produttiva. Il deterioramento nelle condizioni globali del settore si traduce in una previsione di mercato per il 2024 a un livello inferiore rispetto all’inizio dell’anno mentre le dinamiche competitive si sono intensificate per effetto sia della maggiore offerta sia dell’accresciuta concorrenza cinese”. Il gruppo continuerà “a far leva ed espandere i propri differenziatori competitivi ed è convinto che le azioni di recupero poste in essere si tradurranno in performance operative e finanziarie più robuste nel 2025 e oltre”.

La revisione delle stime arriva dopo una decisione analoga presa venerdì da Volkswagen: il più grande costruttore di automobili in Europa, secondo nel mondo per volumi alla giapponese Toyota, prevede consegne a 9 milioni di veicoli contro i 9,24 del 2023. La precedente stima vedeva un incremento “fino al 3%”. Vw inoltre stima un fatturato di gruppo di circa 320 miliardi di euro, in calo dello 0,7% sui 322,3 miliardi del 2023. La stima precedente era di un aumento fino al 5%. In termini di risultato operativo, l’azienda ha scritto nel comunicato, diffuso nel tardo pomeriggio di venerdì, che prevede “di raggiungere una cifra intorno ai 18 miliardi di euro (4,6 in meno rispetto al 203, ndr), con un margine pari al 5,6%”, inferiore alla stima di Lseg pari al 6,5%; in luglio era stato abbassato tra il 6,5% e il 7% dal 7-7,5%.

Intanto, continuano a tenere banco le ipotesi di una fusione tra Renault e Stellantis accompagnata da un’alleanza strategica con Bmw. Voci che suscitano interesse, ma anche preoccupazioni per il futuro dell’automobile, specialmente in Italia, ma che porterebbe alla creazione di un gigante con 18 marchi ed economie di scala forse in grado di sostenere il difficile momento. “Non c’è alcun piano in fase di studio per quanto riguarda le operazioni di fusione con altri produttori”, ha dichiarato giorni fa John Elkann a Reuters. Il presidente di Stellantis ha aggiunto che il gruppo è concentrato sull’esecuzione di un piano commerciale a lungo termine. Questo non è bastato a placare le voci che anzi hanno ripreso a circolare nelle ultime ore con maggiore insistenza.

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