REGIONALI 2024

Bucci-Orlando: è testa a testa

Entrambi al 46%, secondo Noto sondaggi. Già eroso il leggero vantaggio iniziale del candidato del centrosinistra che sperava di approfittare delle vicende giudiziarie di Toti. Il prossimo governo della Liguria sarà deciso da un pugno di voti

È testa a testa tra Marco Bucci e Andrea Orlando, entrambi al 46%. È quanto certifica il sondaggio eseguito dall’istituto Noto per Porta a Porta sulle elezioni regionali in Liguria. Un quadro di incertezza a meno di un mese dal voto (fissato per domenica 27 e lunedì 28 ottobre) che non pare di buon auspicio per il centrosinistra: la coalizione che sostiene l’ex ministro, infatti, vede eroso il leggero vantaggio registrato qualche settimana fa, favorendo il recupero dell’avversario del centrodestra, l’attuale sindaco di Genova. Da una parte le tensioni del campo largo – con la defenestrazione dei renziani alla vigilia della presentazione delle liste – dall’altra la non particolare influenza delle vicende giudiziarie che hanno riguardato Giovanni Toti sull’elettorato rendono più complicato del previsto la riconquista di Piazza De Ferrari.

Nonostante tutto tra i dem la fiducia sembra rimanere alta. In primo luogo, viene spiegato, perché l’apporto dei candidati renziani non sarebbe stato determinante in termini di voti: il partito di Matteo Renzi, a livello regionale, ha visto uscire esponenti di spicco che – è il ragionamento da parte Pd – ne ha svuotato il bacino elettorale. La seconda ragione che lascia sperare i dem risiede negli attacchi continui che arrivano dal centrodestra. Al di là della competizione, i dem sono convinti che i toni scelti da Bucci in questa parte di campagna non facciano che spaventare ancora di più quell’elettorato moderato al quale sembrano voler puntare le proprie fiches i due candidati.

Vincere in Liguria, d’altra parte, può avere un effetto trascinamento sulle altre due regioni al voto: l’Umbria e l’Emilia-Romagna. L’obiettivo del Pd rimane quello di portare a casa una regione in più dell’avversario. Si parte dal 2-1 per il centrodestra. In Emilia-Romagna i dem sentono di viaggiare sul velluto. In Umbria le chance sono buone e non si temono ripercussioni derivanti dallo strappo fra Conte e Schlein sulla Rai. Nessuna notizia di scossoni, confermano fonti umbre del Pd: la coalizione nella regione è larghissima ed è stata costruita nel tempo, su basi solide. Se, poi, dovesse arrivare un tre a zero, viene aggiunto, sarebbe un risultato da incorniciare.

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