PALAZZO LASCARIS

Cirio batte la fiacca e salta il Consiglio

La giunta del Piemonte non produce delibere e l'aula chiude i battenti per una settimana. A cento giorni dall'elezione del governatore l'azione amministrativa stenta. Disabato (M5s): "Aumentano le poltrone e tagliano solo sulle ore di lavoro"

Non c’è nulla di cui discutere e il parlamentino del Piemonte chiude i battenti. Salta la seduta del Consiglio regionale della prossima settimana per assenza di argomenti. D’altronde va tutto così bene che di cosa vuoi stare a concionare. La giunta è piuttosto stitica nonostante ormai i fatidici cento giorni dalla rielezione di Alberto Cirio (il 9 giugno) siano abbondantemente trascorsi, l’aula non ha provvedimenti propri da esaminare. E così, passate anche le relazioni dei garanti, l’ordine del giorno si è trasformato in un foglio bianco. Tanto vale stare tutti a casa in attesa che qualcuno si metta a lavorare.

E dice che solo una settimana fa Cirio aveva bacchettato il Pd per un ordine del giorno sullo ius scholae, presentato “per dividerci” in una sede che non era a suo giudizio quella propria. E infatti il Consiglio regionale deve discutere di questioni inerenti il territorio, ma sono proprio quelli che latitano e mentre in maggioranza puntano il dito verso la giunta, le minoranze allargano le braccia: “Hanno aumentato le poltrone ma a quanto pare diminuito le ore di lavoro” li canzona la capogruppo del M5s Sarah Disabato. “E dire – prosegue – che avrebbero un interessante ordine del giorno sul contrasto dell’ideologia gender di Fratelli d’Italia da discutere. Potremmo parlare di quello”.

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