EDILIZIA SANITARIA

Da Inail 4,5 miliardi per gli ospedali.
Conti (e piani) da rifare in Piemonte

L'istituto dalle casse gonfie vuol diventare immobiliarista della sanità. Oggi il decreto con il nuovo plafond in Conferenza delle Regioni. I fondi per Cuneo e Alessandria chiesti quando pareva deciso il partenariato pubblico-privato

Oltre 4 miliardi e mezzo per 58 ospedali, tra nuovi e riammodernamento degli esistenti. È la cifra che l’Inail mette sul piatto per costruire nuove strutture per cui le Regioni pagheranno un affitto all’istituto le cui casse, al contrario di quelle degli enti territoriali, abbondano di risorse finanziarie. Anche se fino ad oggi l’Inail, dei tanti previsti nei piani precedenti, non ha realizzato neppure un ospedale. Una cifra, quella dei 4 miliardi e 472 milioni, frutto di un incremento rispetto al budget precedente che oggi approda in Conferenza delle Regioni per la necessaria intesa sullo schema del decreto del Ministero della Salute sul “programma di investimento per le iniziative urgenti di elevata utilità sociale nel campo dell’edilizia sanitaria valutabili dall’Inail”. 

Nel dettaglio, gli interventi nel piano dell’istituto sono 5 per l’Emilia-Romagna, 3 per l’Abruzzo, 9 per il Friuli-Venezia Giulia, 6 per il Lazio e ancora in Liguria 2, altrettanti in Molise, 23 in Toscana uno in Veneto, uno in Umbria e 6 in Piemonte. Evidente come prevalga la collocazione al centro-nord dei futuri ospedali per i quali le Regioni intendono affidarsi all’Inail. Una scelta che proprio in Piemonte, con il cambio di rotta rispetto al partenariato pubblico-privato, ha visto al centro dell’attenzione e anche delle inevitabili polemiche due futuri grandi poli ospedalieri come quello di Cuneo Alessandria. E proprio queste due strutture figurano nell’elenco dei fondi aggiuntivi allegato al decreto rispettivamente per 100 milioni in più per Cuneo e 120 per Alessandria, insieme ai nuovi ospedali di Asl To5 (100 milioni), Asl Città di Torino (163), Ivrea (75), Savigliano (55).

Ma è sulla struttura cuneese e quella alessandrina, entrambe fino a poche settimane fa destinate a percorrere la strada dal partenariato con la stessa impresa a proporsi, la Inc del Gruppo Dogliani, che dalla documentazione dell’Inail e del ministero emerge come la Regione, quando la soluzione pubblico-privata pareva pressoché certa specie per il futuro Santa Croce e Carle in fase più avanzata rispetto all’iter avviato per Alessandria, abbia chiesto un incremento del plafond dell’Inail. 

Nel decreto si fa, infatti, espresso riferimento a una nota del 30 novembre 2023, poi integrata con una successiva del 16 maggio di quest’anno con cui la Regione “ha chiesto ulteriori risorse per le seguenti iniziative, inserite nel dpcm del 14 settembre 2022”. E tra le “iniziative” ci sono anche i due ospedali per i quali solo pochi giorni addietro, come anticipato dallo Spiffero, è arrivato il cambio di rotta con il ritorno all’ipotesi inziale dell’Inail.

Dunque i soldi in più, annunciati dall’assessore Federico Riboldi, sono di fatto il frutto di richieste avanzate  nella precedente legislatura, quando al suo posto c’era il leghista Luigi Icardi. Una richiesta che, per Cuneo e Alessandria, passò forse non a caso sotto silenzio, giacché in entrambi i casi il partenariato pareva la via segnata. Silenzio e, forse, anche qualche resistenza su un'istanza che però alla fine dagli uffici della direzione regionale della Sanità e dalle rispettive aziende ospedaliere venne predisposta, con una lungimiranza e una precauzione oggi confermata dai fatti. Lo stesso recente annuncio di Riboldi sui “400 milioni in più” appare addirittura prudenziale rispetto alla cifra complessiva, per ora sulla carta, destinata ai sei ospedali piemontesi, visto che la somma degli incrementi arriva a 603 milioni e se, invece, i milioni citati erano riferiti alle due future strutture per cui si è deciso da poco la via dell’Inail, qui ci si ferma a 210. Una possibile spiegazione della differenza tra i soldi annunciati e quelli contenuti nella tabella forse ricavabile dall’incertezza che ha accompagnato la definizione del decreto e l’approvazione delle somme chieste dalle Regioni. 

Gli incontri estivi del neoassessore di Fratelli d’Italia con il ministro e compagno di partito Orazio Schillaci sarebbero stati utili a scongiurare possibili revisioni al ribasso o addirittura tagli rispetto alle richieste della Regione, anche e soprattutto per i due nuovi ospedali avviati lungo la strada del partenariato pubblico privato. I pareri negativi degli advisor per quello di Cuneo e di Agenas per quello alessandrino, hanno poi prodotto il cambio di rotta, impossibile da percorrere senza quelle cospicue integrazioni che oggi saranno vidimate in Conferenza delle Regioni.

Tracciata la rotta, la navigazione non appare comunque né tranquilla, né rapida, tantomeno di sicuro approdo. Non rassicura il fatto che dopo otto anni, delle 87 proposte autorizzate dall’istituto solo una è arrivata in fondo, peraltro per un ospedale già costruito in precedenza. E, pur ammettendo, un cambio di passo dell’Inail, resta sempre un percorso praticamente da incominciare quasi da zero sia per Cuneo, sia per Alessandria, con la gara per affidare il progetto, la sua realizzazione e tutti i successivi passaggi fino ad arrivare alla gara che Inail dovrà bandire per la costruzione. Senza contare la durata dell’affitto e, pur con la certezza di un tasso di interessi non superiore al 4%, il costo delle rate. Ma sarà proprio sui tempi che si vedrà quanto sarà lunga e in salita la strada. E se condurrà alla posa della prima, ma soprattutto, dell’ultima pietra.

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