Tempesta "Granda" nella Lega, Bergesio nel mirino di Salvini
Stefano Rizzi 15:22 Venerdì 04 Ottobre 2024Il Carroccio resta a becco asciutto in Provincia e pure nelle nomine per la CrCuneo. Il segretario-senatore sotto accusa anche dall'area del partito a lui più vicina. Non ha fallito, però, nell'accaparrarsi il dipartimento Agricoltura, pestando i piedi a Centinaio
Tempesta nella Lega cuneese. E nell’occhio del ciclone c’è nientemeno che il segretario provinciale, nonché senatore, Giorgio Maria Bergesio, assurto a uno scampolo di notorietà per essere il padre della Miss italia 2023. Per dar l’idea del clima che avvolge il Carroccio in una delle province storicamente più floride per il partito fin dalle sue origini, basti dire che pesanti critiche al segretario arrivano perfino da chi gli è sempre stato vicino, figurarsi dagli altri.
Le questioni da mettere sul tavolo attorno al quale tintinnano i coltelli non mancano di certo. A Bergesio si imputa – e difficilmente potrebbe non essere così – la débâcle che nelle recentissime elezioni per la Provincia ha lasciato completamente fuori il partito di Matteo Salvini, il quale pare non l’abbia presa affatto bene. Nella nomenclatura leghista della Granda si fa notare come ci fossero tutte le avvisaglie di un possibile Caporetto e, dunque, meglio sarebbe stato correre da soli, “anziché portare acqua ad altri, in primis ai candidati di Enrico Costa”.
Finita qui? Macché. L’altra impresa, che pure i più indulgenti non perdonano al senatore-segretario, non è meno importante sul fronte del potere locale. A dispetto delle rassicurazioni in cui Bergesio è andato prodigandosi, anche la partita per le nomine nella potente Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo è finita con una sonora sconfitta. Manco uno strapuntino. Una delle poltrone della cassaforte cuneese pareva destinata a Simone Mauro, segretario cittadino del partito, già piazzato pochi anni fa al vertice di Amos, la società di servizi sanitari su cui la Lega, nel corso della precedente legislatura regionale, ha messo in atto un ribaltone dei vertici con un’Opa più o meno ostile, ma certamente efficace.
A becco a asciutto anche Mauro, ma soprattutto il partito dove anche quella parte da sempre più vicina a Bergesio e che fa riferimento all’ex europarlamentare e attuale consigliere regionale Gianna Gancia non pare più disposta a passare sopra come se nulla fosse a questi fallimenti. Che il senatore sia, nella sua terra, ormai nel mirino di tutti i quasi è ulteriormente confermato anche dalla evidente irritazione di Paolo Demarchi, candidato non eletto al consiglio regionale, il quale imputerebbe a Bergesio il mancato aiuto per entrare a Palazzo Lascaris.
Obiettivi mancati e fragorosi inciampi che il senatore, come fanno notare con perfidia, eviterebbe con cura quando si tratta di questioni che lo riguardano personalmente. Bergesio non ha, infatti, incontrato difficoltà nell’incassare la nomina a capo del dipartimento Agricoltura nell’ambito nazionale del partito, anche se questa investitura pare aver mandato in bestia l’ex ministro con quella competenza, ovvero Gian Marco Centinaio, cui certo non mancavano i titoli per quel ruolo. Il politico cuneese ai suoi ha spiegato che quella scelta è stata di Salvini e lui nulla ne sapeva, ma c’è un’altra versione che circola tra i vertici del partito e che rimanda a un pressing del senatore sul segretario per ottenere il dipartimento, anche a costo di pestare i piedi a Centinaio. In quell’occasione Bergesio non ha fallito.