L'Autonomia rovina la festa delle Regioni. E Cirio chiede la grazia a Padre Pio
07:00 Martedì 22 Ottobre 2024Ingresso fuori copione del tema divisivo alla kermesse barese. Calderoli "ammette" la necessità di nuove risorse per i Lep e De Luca coglie al volo l'occasione. Una sceneggiata alla Merola, da cui il governatore del Piemonte si eclissa riparando a San Giovanni Rotondo
Meglio di Crozza, Vincenzo De Luca raggiunge l’apice della parodia di sé medesimo al cospetto di Roberto Calderoli, con la platea dei governatori e un copione scritto per lui: l’autonomia. “Sono commosso” declama moltiplicando e ispirando le già doppie consonanti. Poi, nella migliore interpretazione della sceneggiata meroliana esportata nelle Puglie, sfida il rivale lumbard sullo sdrucciolevole terreno dei soldi che nella riforma diventano Lep, i livelli essenziali di prestazioni nodo del contendere e arma sudista contro la riforma totem della Lega. L’altro gli risponderà, ma nel frattempo mentre la situazione rischia di deflagrare il governatore del Piemonte Alberto Cirio sfugge alla possibile tempesta riparando a San Giovanni Rotondo in preghiera al cospetto di Padre Pio.
“Sono commosso” ripete ‘o sceriffo dopo aver sentito dal ministro le sue rassicurazioni sulle risorse per garantire i livelli essenziali delle prestazioni. Vede la palla alzarsi e come Maradona coglie l’attimo “Hai sempre detto che l’autonomia non prevede costi aggiuntivi per lo Stato e adesso, caro ministro, parli di risorse, non so come si conciliano le due cose, comincio ad avere qualche dubbio. Ma sono comosso”. Dal palco, poco prima, Calderoli aveva sottolineato che, "piaccia o meno l'autonomia i ivelli concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti a tutto il territorio nazionale sono un obbligo al quale si sta lavorando”, aggiungendo, se non fosse stato chiaro, che "entro fine anno, si spera saranno definiti anche i relativi costi e fabbisogni standard”.
Un assist fin troppo facile per il governatore della Campania in quel Festival delle Regioni dove, proprio per evitare di rovinare la festa, il più o meno tacito accordo tra i presidenti, da nord a sud, era quello di lasciare fuori proprio l’elemento divisivo per antonomasia. Invece ecco che l’autonomia, un po’ di soppiatto entra con la sgrammaticatura del neosindaco di Bari, Vito Leccese, il quale dinanzi al Capo dello Stato nel ricordare la lontana accoglienza barese nei confronti dei migranti albanesi introduce ciò che sarebbe dovuto restare fuori. Ma tanto basta per risvegliare l’orso del profondo nord che affila le unghie. Calderoli interviene e mette sul tavolo proprio la sua creatura, addentrandosi pure nei dettagli finanziari che non sfuggiranno a De Luca.
"Nel novembre del 2023 è stato presentato da parte del comitato presieduto da Sabino Cassese la relazione rispetto ai Lep. Durante quest'anno – spiega il ministro - i nostri tecnici del ministero stanno trasponendo la relazione in altrettanti atti normativi. Il comitato – aggiunge - sta individuando, entro fine anno si spera di concludere questa fase, la metodologia non solo per l'individuazione dei livelli ma i relativi costi per i fabbisogni standard da affidare alla commissione tecnica dei fabbisogni standard, dopo di che il governo, a fronte della duplicità delle scelte, o Dpcm o decreto legislativo, ha optato per la strada del decreto legislativo per un maggior coinvolgimento del Parlamento".
Calderoli rivendica che “un lavoro grosso in un campo enorme e inesplorato che qualcuno doveva fare. E' da 23 anni che la definizione dei livelli essenziali è rimasta all'anno zero ed io credo che questo sia un lavoro meritorio perché al di la che piaccia o non piaccia che ci sia un'autonomia oppure no, il livello essenziale delle prestazioni concernente i diritti sociali e civili che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale è un obbligo di diritto”.
Ce n’è quanto basta al presidente della Campania per segnare un gol a porta vuota, o almeno provarci sottolineando quella retromarcia o notevole cambio di rotta del ministro sulla sempre sostenuta invarianza di bilancio per l’autonomia, ora non più certa, anzi per nulla. Come noto è proprio sui Lep che si consuma la battaglia, trasversale anche rispetto al centrodestra, tra nord e sud sulla riforma appesa al referendum. Una battaglia che divide, forse più di tutti nella compagine governativa, proprio Forza Italia protesa a non deludere le aspirazioni del Nord senza regalare nulla alla Lega, ma non meno attenta a custodire il notevole bacino elettorale del sud. Tenere insieme le due cose, per il partito di Antonio Tajani, appare quasi un miracolo. Quello, forse, chiesto a Padre Pio da Cirio. Che, comunque, lasciato rapidamente il palco ha evitato una delle parti più difficili della sceneggiata.